A poche ore dal concerto di Leonard Cohen una bomba d’acqua cadde dal cielo su Verona. Fan distesi in relax contemplativo pre-gustativo nei loro Chelsea Hotel veronesi hanno pensato al disastro di un rinvio dopo sei mesi d’attesa col biglietto in mano. Panico. Sarà venuto in mente un suo verso, Dimentica la tua offerta perfetta, C’è una crepa in ogni cosa, è così che la luce può penetrare.

E così è stato, le nubi di piombo si sono incrinate, i raggi del sole sono riusciti a vincere così tanto che sono apparse anche le stelle, ed il rito della serata è iniziato.

Lo spettacolo, come da sempre gli artisti di oltre oceano ci insegnano, è iniziato alle 21 in punto, e l’Arena di Verona ha abbracciato cohen con un lungo applauso. Cohen entra sul palco portando allora i suoi 78 anni con la corsa spallosa di un pugile verso il ring. Togliendosi il cappello si rivolge al pubblico, Grazie per la bellissima accoglienza, qui è bellissimo, non so quando tornerò ma prometto che questa sera vi daremo tutto quello che abbiamo.

Non so quando tornerò

Quel Non so quando tornerò col sapore della vaghezza, l’ho percepito come fosse un testamento scritto in fronte al pubblico, giusto se non ci rivediamo più in questa terra. Scrive in Show me the place, Fammi vedere il luogo dove vuoi che il tuo schiavo deve andare, Fammi vedere il posto, che ho dimenticato, Fammi vedere il posto per la mia testa che si piega giù.

Non è stato un concerto, lui ha donato una collana di 32 diamanti che ha richiesto oltre 3 ore di fine lavorazione. C’è voluto uno di quasi ottant’anni ad insegnarci l’uso dell’energia e della voglia di darsi sui palchi. Stessa razza di Springsteen che supera le 3 ore di spettacolo. Questi ultrasessantenni sono energia pura emozionale, complementari, magnetici, detentori con i loro testi di riflessioni sulla Vita che ognuno dovrebbe fare.

Quel Borsalino sul Cuore

Non un concerto, ma un servizio mistico rivolto alla naked - nuda -Intimità del Vivere, che spesso è broken - rotta. Due aggettivi che ricorrono frequenti nei testi come punteggiatura che spiana e rompe il feeling. Quando ti metti volontariamente Nudo di fronte a tutto è facile Rompersi, se non hai la forza di sostenere la decisione di esserlo.

S’inginocchia di fronte al solo strumentale dei superbi musicisti che ascolta inchinando il capo, col Borsalino sul cuore per tutto il tempo del solo. Braccia chiuse sul volto come guardia in difesa da boxeur, occhi chiusi, come aspettasse un knockout dalla vita reale. Ma lui lo ha dichiarato in Light as the breeze, Non importa come tu preghi purché tu sia giù sulle tue ginocchia.

Cohen se cantasse leggendo l’elenco telefonico emozionerebbe ugualmente

Ha l’arma letale delle parole e della voce. Le distilla, si piantano sul pubblico come spille su bambola voodoo. Il pubblico va per farsi pungere dentro e nel profondo, e quando esce, esce stordito.

Il pubblico lo incolla applaudendo sul palco. Parte una risolutiva I Tried to Leave You, Ho provato a lasciarti, spero tu sia soddisfatta.

La canzone riferita ad un incontro amoroso, ma versi calzano il momento, sono perfetti per far esplodere il sorriso negli spettatori, già tutti in piedi da 6 canzoni.

Cohen lascia il palco con la corsa a balzi da bambino monello alzando esageratamente le ginocchia e le braccia, come una marionetta, un qualcosa come il Benigni Pinocchio e Totò, ma con la faccia rivolta al pubblico con quel suo sorriso divertito e leggero che è una tastiera di pianoforte.