È una vera e propria emergenza lavoro quella che si sta verificando in Lombardia nel settore metalmeccanico; un retaggio di quasi sei anni di crisi economica e della moria di imprese che è avvenuta sul territorio a causa del crollo del mercato interno e della forte riduzione dei consumi.

In questo contesto economico, le uniche imprese metalmeccaniche che riescono a tenere il mercato sono quelle rivolte ai mercati esteri. L'export rappresenta quindi un salvagente per il settore in generale, ma non aiuta la richiesta di nuova manodopera.

In Lombardia licenziati 750 metalmeccanici al mese

Si arriva così agli impietosi numeri offerti dai sindacati.

"Facendo i conti si potrebbe stimare la perdita di circa 750 metalmeccanici al mese". Le parole sono di Mirco Rota, segretario regionale della Fiom in Lombardia, che ha preso come riferimento per le proprie analisi i dati dello scorso mese sui licenziamenti giunti al sindacato.

Si tratta di numeri che potrebbero essere considerati ancora più allarmanti se confrontati con i circa 580 risalenti allo stesso mese del 2013 e ai 380 del 2012. Se poniamo evidenza sulla geografizzazione dei tagli di personale, troviamo degli evidenti picchi nella Provincia di Como e di Pavia.

Urgono misure di intervento per il settore

I sindacati chiedono al Governo delle misure che non risultino solo contenitive, ma che possano effettivamente portare ad un'inversione del trend nel medio e lungo termine.

Il riferimento al Job Act renziano e alla misura degli 80 € dedicata alla classe media che possiede un lavoro stabile è evidente, come il giudizio sul fatto che tali novità legislative siano di poco aiuto per i disoccupati o per chi sta perdendo il proprio impiego.