Per molti insegnanti precari la news diquesta mattina è sicuramente una grande notizia: sul piano delleassunzioni scuola 2015 arriva pesante come un macigno lasentenza della Corte di Giustizia Europea che, alle 9.33 distamane si è pronunciata sui contratti a tempo determinatodegli insegnanti italiani.

Una news a dir poco incoraggiante pertutti quegli insegnati precari alle prese con la disoccupazionedettata dai contratti a tempo determinato che sono stati dichiaratiillegittimi dalla Corte. Si tratta di una sentenza attesissima chepotrebbe aprire le porte a un ciclo di Assunzioni Scuola 2015di dimensioni epocali: la sentenza della corte infatti fagiurisprudenza e da la possibilità agli insegnanti precari con oltretrentasei mesi di insegnamento alle spalle di essererisarciti oppure assunti.

Si preannuncia dunque un mega ricorsoche vede tra i potenziali aderenti un bacino di circa 300 milainsegnanti pronti a bussare alle porte del tribunale del lavoroitaliano a far valere i propri diritti. In questo caso, con unasentenza così autorevole, entrambe le strade del risarcimento edell'assunzione diverranno una certezza.

La sentenza che, potrebbe interessareun risarcimento ai danni dello Stato per circa due miliardi dieuro oltre alle 300 mila assunzioni nella scuola dal 2015, riguardaanche il personale amministrativo ATA per cui è previsto unrisarcimento aggiuntivo per gli scatti di anzianità nonriconosciuti.

Si conclude più che mai positivamentedunque l'odissea di una battaglia avviata ormai 5 anni or sono dalsindacato Anief e l'avvocato Walter Miceli cheha commentato così il pronunciamento: "Questa sentenza puòessere applicata a tutto il pubblico impiego, chi ha un'anzianità dilavoro superiore ai tre anni non potrà più avere contratti a tempodeterminato.

L'interpretazione della Corte europea è vincolante pertutti i giudici”.

Resta dunque ora da capire cosa faràil Governo Renzi che, con la Buona Scuola, ha già previsto col nuovociclo di assunzioni scuola 2015, l'immissione in ruolo per 148 mila precari, appena la metà di quelli contabilizzatidai sindacati.