Nel corso diun'iniziativa organizzata questo mercoledì 28 settembre a Roma dalla Cisl sul tema della povertà è intervenuto il ministro del LavoroGiuliano Poletti.

Blasting News era presente, vediamo meglio quello che ha dichiarato.

'Il mondo del lavoro cambia in fretta.Ma la tecnologia non si può fermare, introdurre divieti èinutile"

"Sulla povertà investiremo 750 milioni di euro per integrazioni al reddito e 500 milioni per fare "infrastruttura" che sia in grado di durare nel tempo. Dobbiamo piantarla di cambiare il nome ai fondi ogni anno, creiamo adesso una "macchina" nella quale poi negli anni dovremo "mettere benzina" implementando le risorse necessarie per farla funzionare.

Siamo nel bel mezzo di una rivoluzione tecnologica che ha cambiato gli scenari con una velocità incredibile, con questa dobbiamo fare i conti. Perché i comportamenti sociali e il funzionamento della democrazia hanno invece un andamento molto più lento. La tecnologia induce cambiamenti molto rapidi nel Lavoro e produce un problema: ci sono dei vincitori e dei perdenti. In questa grande turbolenza ci sarà chi si trova a suo agio ma anche chi si troverà in grande difficoltà. Quindi cresce la paura. Quando vediamo oggi quanta competitività c'è ad esempio nell'inviare un pacco a costi irrisori dall'altra parte del mondo tramite un iPad, con connesse grosse perplessità su quanto sia pagato il lavoro di quei giovani, la reazione istantanea sarebbe quella di vietare certe pratiche. Ma ha senso vietare in Italia qualcosa che comunque fanno in Francia e poi arriva qui comunque? Se io decidessi di fare una legge per "regolare" tuttoquesto so che il Parlamento impiegherebbe mediamente 3 anni per approvare un testo definitivo. Però fra 3 anni probabilmente non esisterà più neppure l' Ipad ma avranno inventato qualcos'altro. Perché la tecnologia oggi cambia in fretta e porta con se' anche cambiamenti rapidi nel mondo del lavoro.Ecco, però setutto questo accade in modo molto veloce, noi che dobbiamo regolare il tutto attraverso strumenti democratici invece abbiamo dei tempi decisamente diversi. Questo induce preoccupazione. Oggi perdono il lavoro anche i bancari, che invece storicamente erano lavori sicuri mentre oggi si ritrovano a casa dopo le innovazioni tecnologiche del settore bancario. Ma la tecnologia non si può fermare, introdurre divieti sarebbe inutile. Il tema è di governare in una chiave di sviluppo, cogliendo le opportunità ma anche garantendo ai cittadini che se dentro questo sistema ti capita un problema non sei da solo, perché c'è uno Stato, c'è un welfare che ti aiuta a uscire da quella situazione. Se non ci occupiamo dei possibili perdenti di questa situazione ci troveremo in difficoltà anche a uscire dalla crisi. Bisogna capire come le azioni di oggi daranno risposte ai problemi di domani. Se c'è una parola decisiva oggi è "inclusione", dobbiamo creare una società in cui tutti hanno una possibilità di uscire dalla marginalità."

"Il Sì al referendum migliora il funzionamento democratico e l'efficacia del welfare'

In seguito, amargine dell'iniziativa, rispondendo a una nostra domanda specifica sul referendume su come la riforma si inserisce in questa società che cambia velocemente, Poletti ha detto: "Abbiamo bisogno di avere un assetto istituzionale capace di rendere più efficiente ed efficace il sistema delle decisioni pubbliche, il cambiamento dell'impianto costituzionale ha al proprio interno una logica di miglioramento delle performance del funzionamento democratico e quindi delle relazioni e delle responsabilità. Io penso che il Sì al referendum sia un pezzo della risposta al miglioramento dell'efficacia del funzionamento dello Stato rispetto alle problematiche del welfare".