"Noi ci siamo dati una missione: smontare pezzo per pezzo la Fornero e questa operazione richiede tempo, mentalità riformista e approccio sindacale", lo ha spiegato il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo in vista del prossimo incontro con il Governo Gentiloni volto a discutere le misure e le correzioni in campo previdenziale che potrebbero salire sul treno della prossima Legge di Stabilità.

La proposta del Governo non convince la Camusso

Ancora al centro delle discussioni, resta il delicato tema riguardante lo stop all'adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita che a partire dal 2019 determinerebbe un ulteriore aumento dell'età pensionabile penalizzando gran parte dei pensionandi che attende l'agognato pensionamento.

Di fondamentale importanze è la proposta formulata dal Premier Paolo Gentiloni anche se non convince del tutto il leader della Cgil Susanna Camusso.

L'idea, infatti, si baserebbe sul blocco degli adeguamenti automatici solo per le categorie dei lavori usuranti e faticosi individuati dalla precedente Legge di Bilancio. Si tratta di undici profili nei quali rientrano i facchini, i conduttori di mezzi pesanti, i conciatori di pelle, le maestre d'asilo, i macchini, gli edili ecc... ai quali potrebbero essere aggiunti anche i lavoratori appartenenti al settore agricolo, i marittimi, i pescatori e i siderurgici.

Per il segretario generale della Cgil, occorrerebbe intervenire anche su altri temi considerati prioritari visto che, la precedente Riforma Fornero ha cambiato radicalmente il sistema previdenziale italiano.

Di certo, nel prossimo confronto la Camusso porterà sul tavolo anche le proposte sul futuro previdenziale dei giovani e delle lavoratrici oltre all'astensione dell'Ape Sociale. "Abbiamo bisogno di cambiare un sistema previdenziale che è assolutamente ingiusto: per i giovani, le lavoratrici, per coloro che si sono visti cambiare le regole in corso d'opera", ha affermato la sindacalista.

Quota 100 resta un miraggio

E' ormai sottinteso, invece, che l'esecutivo non interverrà sul famigerato meccanismo di Quota 100 tanto sbandierato da molti esponenti del Partito Democratico e dagli stessi sindacati e che avrebbe concesso maggiore flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età anagrafica accompagnati dai 35 anni di versamenti contributivi. Come affermato ancora da Barbagallo, infatti, occorrerà attendere la prossima risposta del Governo che dovrebbe arrivare a margine del confronto previsto nei prossimi giorni.