Il 2017 volge al termine ed arriva il momento di fare un bilancio di quello che è stato fatto negli ultimi mesi in relazione alle norme pensionistiche. L'attuale governo in carica ha cercato, con apposite regole, di porre rimedio a quanto era stato stabilito dalla riforma Fornero. La Legge di Bilancio 2018 ha sancito alcuni interventi a favore dei lavoratori, anche se permangono alcuni dubbi che dovranno essere risolti con l'anno che sta per arrivare.

Il prossimo 4 marzo le elezioni governative

Il prossimo 4 marzo si svolgeranno le elezioni politiche e, in vista di questo importante impegno, le forze politiche iniziano ad avanzare alcune proposte che saranno il 'cavallo di battaglia' dell'imminente campagna elettorale.

Il 2017 ha visto la nascita del cosiddetto Ape social applicato a quei lavoratori che al momento sono disoccupati a seguito della scadenza di contratti a tempo determinato. Inizialmente, essi sembravano non poter usufruire di questo beneficio dell'anticipo pensionistico. Poi, invece, qualcosa è cambiato. Infatti, il governo Gentiloni ha 'corretto il tiro' ed ha preso in considerazione tutti quei lavoratori che dimostreranno di aver lavorato per almeno un anno e mezzo nei 3 anni precedenti la cessazione dal lavoro.

Diverse novità nel 2017 in materia previdenziale

Negli ultimi tempi è arrivata inoltre la proroga al 2019 dell'anticipo pensionistico volontario. Nel dettaglio, questa variante prevede l'attivazione di un prestito di 20 anni con un qualsiasi istituto di credito con un'uscita anticipata dal lavoro fino a 43 mesi rispetto all'età pensionistica per la vecchiaia.

Ovviamente prima si richiede l'uscita anticipata più alte sono le rate da pagare all'istituto di riferimento. Al momento, però, le domande non possono essere presentate, in attesa della firma delle convenzioni necessarie per poter richiedere il prestito. Per fare questo serve naturalmente un ottimo lavoro di coordinamento tra Abi, Ania e i ministeri interessati.

Un'altra novità di un certo rilievo dell'anno ormai passato è stato il congelamento dell'età pensionabile per 15 categorie di lavoratori che svolgono attività gravose. Questa nuova norma è stata possibile anche grazie all'attività dei maggiori sindacati nazionali. Al di fuori di queste categorie, l'età pensionabile è stata innalzata a 67 anni, a partire dal 2019.

Questo provvedimento era già stato stabilito dalla riforma Fornero nel 2011.

Vedremo cosa succederà nel prossimo futuro, su come le forze politiche orienteranno le proprie campagne elettorali in materia previdenziale. Rimanete su questa sezione per essere informati sulle novità relative ai provvedimenti pensionistici.