Il presidente dell'istituto Nazionale della Previdenza Sociale, Tito Boeri, torna a farsi sentire dopo l'attacco ricevuto da parte del vice premier Matteo Salvini relativamente alla quota 100, la somma tra età anagrafica e anni di contribuzione che, in caso di approvazione del decreto, permetterà ad una vasta platea di lavoratori di andare in pensione con qualche anno di anticipo, tenendo però conto di una eventuale penalizzazione che colpirà chi lascerà il lavoro in anticipo.

Boeri: troppo costosa la Quota 100

In un'intervista sul Corriere della Sera, Boeri mette in evidenza la sua propensione a non accettare la cosiddetta Quota 100, non perché in questo modo 'si fa politica', così come evidenziato da Salvini, ma solo perché la spesa per poter applicare l'eventuale nuova normativa pensionistica sarebbe davvero troppo alta per le casse dello Stato.

Al momento sono stati stabiliti solo i fondi necessari da stanziare per l'applicazione della Quota 100 in attesa poi di un decreto legge ad hoc che, con ogni probabilità, sarà approvato i primi mesi del prossimo anno.

Da una simulazione fatta dall'ente previdenziale ci si aspetta un forte aumento della spesa pubblica che sarà sempre più alta con il passare degli anni, man mano che si raggiungono i nuovi requisiti pensionistici con 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi. Secondo Boeri, la spesa prevista dal governo giallo-verde a 7 miliardi l'anno non è veritiera ma aumenterà con il passare del tempo. La decurtazione che un assegno pensionistico potrebbe subire sarà di circa il 35 percento a causa del mancato versamento dei contributi che ogni singolo lavoratore non fornirà più all'Inps prevedendo così delle Pensioni certamente più basse.

Durante l'intervista il presidente INPS ha anche evidenziato come l'attuale legge di bilancio non sia stata accettata dall'Europa e soprattutto dalla maggior parte dei Paesi appartenenti al nostro continente. Secondo Boeri una via d'uscita ci potrebbe essere prevedendo delle misure che vadano ad incrementare la crescita dell'Italia non destinando però troppe risorse a chi non lavora tramite il reddito di cittadinanza.

Un'opzione sarebbe quella di documentare che le misure sociali serviranno a dare un futuro ai più giovani che oggi si trovano al di sotto della soglia di povertà. Non ci resta che aspettare per vedere quali saranno i dettagli di queste proposte da parte del governo Conte sapendo anche che l'Europa tra pochi giorni potrebbe sancire una infrazione da parte dell'Italia che, a quel punto, dovrà rivedere quanto scritto nella Legge di Bilancio.