Dei personaggi che partecipano al divino si usa dire che "sono ascesi al cielo", ovvero sono stati sottratti alle coordinate dello spazio e del tempo. Per il soprano Maria Callas (New York, 1923 - Parigi, 1977) è stato proprio così. Le sue ceneri, dal cimitero Père Lachaise, sarebbero state disperse nel Mar Egeo. A ricordarla, resta una mattonella col suo nome. Nient'altro.

Ma la sua figura e la sua voce sono sinonimo ancora oggi di arte e vita romanzesca. Il canto di Maria era complesso e lacerato; si spezzava e si ricomponeva, come quella pietra preziosa infranta e riassemblata a cui la paragonò Pier Paolo Pasolini, in una lettera.

Il 2017 è il 40° anno dalla sua morte in solitudine. Ovviamente, non mancano gli eventi per ricordarla.

Milano mostra "la Callas privata"

Un elemento decisamente romanzesco di Maria Callas fu la sua trasformazione da "brutto anatroccolo" in "cigno": il cambio di guardaroba, iniziato con le creazioni di Biki; poi, l'impressionante dimagrimento (fra il 1953 e il 1954) che rese la sua figura simile a quella di Audrey Hepburn. Molti stilisti lavorarono per la Divina.

Non poteva certo dimenticarselo Milano, una capitale della moda. Fino al 3 marzo 2017, in via Durini 24, sarà aperta la mostra: "Private Callas: Dresses and memorabilia in a textile scenary by Bonotto". I curatori sono Maria Luisa Frisa e Gabriele Monti.

Essa è un percorso fra i cimeli tratti dall'Archivio Callas della Fondazione Progetto Marzotto.

"I collezionisti raramente raccolgono per tema, così abbiamo deciso di mischiare l'alto con il basso" ha spiegato Gabriele Monti. Perciò, sono presenti sia gli abiti da giorno che le creazioni da sera firmate Biki, Dior e Saint Laurent.

Con essi, anche gioielli, costumi di scena, ritratti, fotografie e le locandine che documentano le presenze della Callas alla Scala di Milano.

Di Christian Dior sono presenti un paio di collane in tormalina; del costumista Piero Tosi, gioielli d'oro, fra cui una corona. Dai bauli della Callas acquistati dalla Fondazione Progetto Marzotto, sono spuntati i più disparati cimeli: tarocchi, uno specchio ottocentesco in foglia d'oro decorato a sirene (dono di Onassis), una collana turca a pendenti (ricordo del film "Medea" di Pier Paolo Pasolini, di cui la Callas fu l'attrice protagonista).

"Maria Callas è una straordinaria protagonista del Novecento, e allo stesso tempo una occasione meravigliosa per osservare la Moda e le sue forme fra gli anni Cinquanta e Settanta attraverso la lente della sua celebrity culture" ha commentato Maria Luisa Frisa.

Disegnare lo spirito Callas

Per l'occasione, Giovanni Bonotto (direttore creativo dell'omonima manifattura tessile) ha disegnato apposite scenografie tessili. L'ispirazione è stata tratta dai palcoscenici che ospitarono il soprano. "Disegnare lo spirito Callas nei tessuti è stato come stare in una stanza nera dove a un certo punto entra una lama di luce. I lampi dei flash, i bagliori dei gioielli, lo scroscio degli applausi... e poi il cinguettio vibrante di Madre Natura che irrompe nella scena" ha spiegato.

Durante la mostra, è stata programmata la presentazione in anteprima del libro "Maria Callas: The Life of a Diva in Unseen Pictures", edito da Roads Publishing. L'evento è stata anche l'occasione per annunciare la partnership fra il marchio Bonotto e il Gruppo Ermenegildo Zegna. Secondo le dichiarazioni di Giovanni Bonotto, si tratterebbe di un'alleanza basata sugli stessi valori: la vicinanza con l'arte e l'amore per il territorio.