L'11 agosto si è suicidato Robin Williams, che per me, ma anche per un sacco di gente, rimane un mito come persona e come attore perché rappresenta l'umanità fatta persona, in tutta la profondità dei sentimenti e delle emozioni. Non me l'aspettavo proprio che gettasse la spugna. Non me l'aspettavo proprio che la sua ricerca di emozioni e il successo e tutti i riconoscimenti che ha ricevuto non gli bastassero per sentirsi un uomo felice. No. Aveva i debiti. Beveva. Non gli è bastato tutto quel che la vita gli ha dato e tutto ciò che lui stesso ha conquistato.

Fa riflettere il suo gesto.

La giornata mondiale di prevenzione del suicidio

A distanza di un mese, ed è una pura coincidenza, mercoledì e giovedì prossimi si terrà a Roma la "Giornata mondiale di prevenzione del suicidio", presso l'azienda ospedaliera Sant'Andrea, che si dipanerà attraverso attività che promuoveranno la comprensione del suicidio ed evidenzieranno programmi di prevenzione efficaci. E' organizzata dal Servizio per la Prevenzione del Suicidio, dell'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea di Roma, diretto dal prof. Maurizio Pompili, referente italiano della Iasp Associazione internazionale per la prevenzione del suicidio, sotto l'egida del prof. Paolo Girardi, direttore della cattedra di Psichiatria.

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha attuato un programma per la riduzione e la prevenzione dei comportamenti suicidari. Nella due giorni si identificheranno i fattori di rischio e i fattori protettivi, e si farà il punto sulla valutazione e gestione della crisi suicidaria.

Il suicidio è un problema sociale

Avvengono circa 10 suicidi al giorno in Italia.

Basta fare una ricerca sul Web, che ti accorgi di quante persone si tolgono la vita e di quanti ci tentano. I protagonisti sono per lo più uomini, adolescenti e anziani. I motivi principali che inducono a questa follia sono di ordine economico e sociale, ma spesso alla base c'è una debolezza della personalità, causata magari dall'uso di sostanze che spossano come droghe, alcol o da disturbi dell'emotività e dall'assenza di un punto di riferimento a cui ancorarsi.

Chi la vuole fare finita ha perso il suo punto d'equilibrio, e la consapevolezza che anche se cadi dentro a un fosso può sempre accadere che risali su e ti riprendi meglio di prima. Ma quel che ho appreso dal prof Maurizio Pompili, e mi ha lasciato a bocca aperta, è che spesso chi vuole suicidarsi lo dice chiaramente ma nessuno capisce la gravità delle sue parole.