Ci hanno sempre detto che noi italiani eravamo ricchi soltanto di ingegno che, nei secoli, ci aveva dato tutti i capolavori della storia e dell'arte che il mondo ci invidia e che, invece, noi non siamo capaci di mantenere e valorizzare come si dovrebbe. E ci hanno detto che quelli culturali erano i nostri soli "giacimenti", perché non ne avevamo di altro tipo.

Ma non è vero! Infatti, in base a recenti studi, c'è un mare di petrolio e di gas sotto il mare Adriatico e, secondo la Federpetroli, se l'Italia si decidesse a sfruttare queste risorse potrebbe addirittura soddisfare la metà della domanda interna senza troppi rischi per l'ambiente, dato il progresso delle tecniche di estrazione.

Non basta, sempre secondo Federpetroli ci sono giacimenti di idrocarburi nel mar Tirreno, tra la Toscana e la Sardegna, e nel sottosuolo di altre regioni come la Campania, la Calabria, il Molise e il Veneto. Tutte risorse che, se sfruttate entro in pochi anni, potrebbero dare al nostro povero Paese la possibilità di ammortizzare il suo spaventoso debito pubblico senza troppi sforzi.

Senza contare che, di recente si è parlato molto di una delle tante regole europee: il fiscal compact, e si è detto che, salve le mitigazioni legate al ciclo economico, questo vincolo potrebbe costare all'Italia circa 50 miliardi di euro l'anno. Malgrado ciò noi non pensiamo nemmeno che potremmo risparmiare una cifra analoga se coprissimo, con il nostro petrolio/gas, la metà del fabbisogno nazionale di idrocarburi.

Pensiamo alla Norvegia, che a suo tempo aveva grossi problemi economici e si è rimessa in sesto vendendo il petrolio del Mare del Nord, e alla Gran Bretagna, il cui bilancio si è giovato molto della rendita petrolifera. Perché non dovremmo sfruttare anche noi le risorse naturali che ora sappiamo di avere?

Non possiamo sacrificare sull'altare dell'astratto principio di precauzione il futuro del nostro Paese, delle cui attuali condizioni precarie dobbiamo sentirci responsabili tanto quanto dei possibili rimedi.

Perciò è necessario affrontare il problema e risolverlo anche trovando il giusto equilibrio con le comunità locali coinvolte.

Infine teniamo presente che i rischi dell'operazione possono essere prevenuti impiegando le tecniche più evolute oggi disponibili, anche essendoci aziende italiane specializzate di livello internazionale che possono dare a tutti una ragionevole tranquillità. E ricordiamo sempre che i rischi sono anche opportunità.