Questa volta i nostri politici sembrano convinti: una nuova legge elettorale entro l’estate. Il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, ha ribadito l’impegno di definire un nuovo sistema entro la prossima estate con l’appoggio di tutti i gruppi. Parole che traballano di fronte ai fatti degli ultimi quattro mesi in cui il dibattito è stato fatto sparire dai radar per via del Congresso del Pd e perché c’è sempre in ballo la questione del raggiungimento della pensione a settembre.

Parole, parole, parole

Da quando la Corte Costituzionale ha modificato la legge elettorale, aggiungendo che poteva essere “suscettibile di immediata applicazione”, praticamente si sono sentiti solo appelli, dichiarazioni, interviste, ossia solo tante parole, ma zero fatti.

I politici sapevano che una nuova legge era necessaria, ma hanno preso tempo in attesa che si pronunciasse anche il Presidente Sergio Mattarella, che ha ribadito, come era prevedibile, l’urgenza sulla questione.

E tutti giù a dire “È tardi, bisogna sbrigarsi”, ma in quattro mesi non è stato fatto nulla e adesso la conseguenza di tutte quelle parole sono le 30 diverse ipotesi di sistema elettorale depositate, delle quali non ne è stata discussa nessuna. La stessa commissione Affari costituzionali, che dovrebbe dare il via all’iter della riforma si è riunita una dozzina di volte almeno senza arrivare ad alcuna conclusione. Ogni volta si trovava un motivo per rimandare, ad esempio la sentenza della Corte costituzionale, la scissione del Pd, la lite sul Mattarellum, il congresso Pd e via discorrendo.

Solo tanto politichese e tanta noia.

Chi vuole cosa

Ad oggi sembra che l’inizio del mese di maggio metta tutti d’accordo, a eccezione di SI e M5S, per dare finalmente inizio, in Aula alla Camera, all’esame della nuova legge elettorale, data che comunque non consentirà di andare al voto prima del fatidico 15 settembre, termine in cui i deputati e senatori matureranno la pensione.

Il Pd sembra puntare su un Italicum ‘ritoccato’, la Lega è più orientata verso il Mattarellum su cui sono contrari Forza Italia e AP. Il Movimento 5 Stelle, invece, punta al Legalicum. Ancora nessuna data certa, forse per scaramanzia, è stata decisa, ma di certo è stata molto evidente l’ipocrisia con cui si andava avanti calendarizzando la legge elettorale ogni mese per poi rinviarla, cosa che getta ulteriore discredito sulle istituzioni italiane e principalmente sul Pd, colpevole forse di aver fatto un po troppo 'melina' a causa dei suoi contrasti interni.