Terza ed ultima stagione - quella finale - per la serie "In Treatment" del regista Saverio Costanzo - in onda ogni sabato alle 21.15 su Sky Atlantic - con al centro lo psicoterapeuta Giovanni Mari (Sergio Castellitto) che è alle prese con i suoi nuovi pazienti: il venerdì ha invece cambiato la sua - di analista - che è ora Adele (Giovanna Mezzogiorno). Sappiamo che la serie è un format prima israeliano, poi americano Hbo, e che da noi rappresenta come ascolti una porzione di nicchia dell'etere a pagamento. Nella nostra cultura ha sempre fatto fatica a prendere piede la competenza dello psicoterapeuta perché, come dice la stessa Rita (Margherita Buy), "è difficile parlare dei propri problemi ad uno sconosciuto".
Cosa ci dice l'ultima stagione di InTreatment?
E' un'attrice in crisi Rita: da star cinematografica richiestissima, ora è in teatro con un Ibsen d'annata, mentre cresce in lei la mancanza d'autostima che la porta a dimenticare le battute e mentre la sorella è in chemio, la figlia Isabella vive dal suo ex. Il succo della serie è la capacita di essere ascoltati: viviamo tempi in cui non abbiamo chiara la consapevolezza delle nostre inerzie di vita e di affetto: non sappiamo le motivazioni, i luoghi ed il perché del nostro perderci di fronte alla realtà. Mari sembra dirci che tutti dovremmo avere la forza di farci ascoltare ed anche il tuo terapeuta dovrebbe trovare, in un ipotetico venerdì, il giorno per capire il perché del fallimento del proprio matrimonio.
Siamo dunque arrivati al punto che oltre ad un'informazione integrata avremmo anche un analisi integrata come in un disegno di Durer? E se poi le smemoratezze di Rita potessero palesarsi come segni neurologici di un possibile prodromo di Parkinson? Chissà, il problema in definitiva sembra essere sempre quello della sofferenza e della sua rimozione: del dolore e della sua cognizione.
Ma in questo tipo di società odierna che fa dell'apparenza il suo campo di battaglia e dove si mette tutto in pubblico, forse, per evitare il tarlo della curiosità morbosa, bisogna che qualcuno di segua.