Pensioni e vitalizi d'oro, se parliamo di politica non è novità, ma la contraddizione appare evidente e grottesca nel profondo Sud, dove la popolazione fa fatica ad arrivare a fine mese, lavorando il più delle volte in nero e per una misera paga che sfrutta l'ormai retorica frase, 'lavoro non ce n'è, sai quanti ne trovo come te e magari meglio di te?'.

 Il quotidiano 'Il Giornale' ha posto l'attenzione sui politici del Sud e sui loro vitalizi d'oro: di certo, loro se la passano decisamente meglio. E' il caso del novantasettenne trapanese Benedetto Cottone, ex sottosegretario all'Interno nel governo Andreotti: il suo vitalizio sfiora i cinquemila euro al mese.

Per non parlare di Giuseppe Gargani, ex Dc, poi Ppi, Forza Italia e infine Udc: per lui oltre 6.600 euro di assegno mensile. 

Una carriera più o meno simile a quella del lucano Angelo Sanza che può vantare ben nove legislature sotto diverse bandiere come Dc, Ppi, Ccd, Upr cossighiana, Forza Italia e Udc. Per lui, la rendita mensile è di poco superiore ai seimila euro.

Vitalizi e pensioni d'oro della politica del Sud: cifre da capogiro

Come loro, altri politici continuano a percepire assegni da favola. E' il caso di Dario Antoniozzi, ex ministro del Turismo all'epoca Andreotti (€. 5817) oppure di Aristide Gunnella, ex ministro per gli Affari regionali ai tempi di Giovanni Goria (€. 5768) o ancora di Giuseppe Leone, parlamentare democristiano (€.

5.411).

Nella lista è incluso anche il calabrese Girolamo Tripodi, ex parlamentare comunista (€. 5.692) e Antonio Matarrese, ex presidente della squadra calcistica del Bari e parlamentare democristiano a partire dal 1976 (€. 4.646). 

Anche il presidente della regione Calabria attualmente in carica, Mario Gerardo Oliviero percepisce un vitalizio vicinissimo ai 5.000 euro, così come l'ex socialista campano Carmelo Conte, ex Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per la Cassa del Mezzogiorno e successivamente come Ministro per le aree urbane durante tre legislature (€. 4.971)

La lista continua e la media, più o meno, si attesta sulle cifre sopraindicate: insomma, al Sud c'è chi vive di stenti e c'è chi, invece, per dirla alla Totò, vive da 'pascià'.