Entro la mezzanotte di questa sera, la Grecia dovrebbe ripagare al Fondo monetario internazionale il prestito di 1,6 miliardi di euro. Purtroppo non potrà farlo, ma ci vorranno circa sei settimane prima che possa essere dichiarata l'insolvenza.

Le posizioni del premier ellenico

Qualora nel referendum del 5 luglio indotto da Tspiras dovesse vincere il "sì", il premier ellenico potrebbe dimettersi. Il capo di stato, infatti, si è rivolto al suo popolo chiedendo espressamente di votare "no", lasciando ai cittadini la decisione di accettare o rifiutare le riforme che prevede il piano d'aiuto dei creditori.



Secondo Tspiras, il voto del popolo greco rafforzerà la posizione del paese al tavolo delle trattative, sferrando una grande batosta che scardini le misure di austerità imposte dall'ex troika. Il premier, inoltre, aggiunge la possibilità delle sue dimissioni in caso di vittoria del "", poiché il suo governo sarebbe inadeguato a forzare ulteriormente i tagli alla spesa pubblica. In un'intervista alla televisione greca, Tspiras sostiene che rispetterà le decisioni del popolo, ma in caso di "sì" non sarà lui ad attuarle. Se la Grecia volesse un'ulteriore umiliazione, conclude il premier, non sarà lui ad essere primo ministro.

Ultime dal fronte europeo

Dal canto loro, i leader dell'Unione, specie i rappresentanti italiani, francesi e tedeschi, hanno chiarito che l'uscita dall'eurozona di Atene sarebbe irreversibile per la Grecia, che ritornerebbe inevitabilmente alla dracma.

Tspiras replica prontamente, specificando che il paese vuole restare nella zona euro, e che in tal caso lo strumento referendario serve solo a stabilire se il piano dei creditori ha o meno pieno consenso dal popolo greco. La Grecia, insomma, è ancora seduta al tavolo delle trattative. Migliaia di dimostranti, ieri, sono scesi in piazza a Salonicco e ad Atene per ribadire il loro sostegno al "no" ed il loro pieno appoggio al Governo.

L'offerta di Jean-Claude Juncker

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha proposto per l'ennesima volta ad Atene di accettare il piano di salvataggio dei creditori, sottoscritto dall'Unione Europea e dal Fondo monetario internazionale. Il governo dei greci dovrebbe accettare entro oggi, ma per ora non ci sono stati segnali di apertura.

Grecia fuori dall'euro?

Standard & Poor's, famosa agenzia di rating, ha tagliato quello della Grecia a CCC-, dichiarando che c'è il cinquanta percento di possibilità dell'uscita della Grecia dall'Euro. Senza l'appoggio della Banca centrale europea, gli istituti di credito greci non potrebbero operare.