Il popolo greco è alla frutta, massacrato dalla politica liberista dell'Unione Europea e con un'economia ormai a pezzi. In seguito al trionfo della sinistra radicale di Alexis Tspiras, però, molte cose sono cambiate; vari sono i provvedimenti presi dal premier greco a favore delle classi meno abbienti, quelle meno considerate dalle politiche precedenti, ma su cui maggiormente pesa il disastro economico. Domenica prossima, il 5 luglio, il popolo è chiamato alle urne per la votazione del referendum sulla proposta dei creditori.

Il discorso del premier greco

Commuovendo il suo paese, il presidente del consiglio ha tenuto un discorso alla televisione nel quale ha spiegato di non sentirsela di agire senza il parere dei suoi rappresentati, di fronte ai «ricatti istituzionali» di un'Europa che aumenta le tasse e diminuisce il lavoro.

Drastiche, insomma, le dichiarazioni di Tspiras, secondo cui molti capi di stato europei vogliono schiacciare il popolo greco. Tra i mass media, qualcuno comincia a teorizzare un "golpe" che faccia cadere il governo di SYRIZA.

Le dichiarazioni dei ministri

Non meno aspre sono le parole di Panayiotis Lafazanis, ministro dello Sviluppo, che ha esplicitamente chiesto alla popolazione di votare contro la proposta dei creditori. Via Twitter, inoltre, fa sentire la sua voce anche il ministro dell'Economia Yanis Varoufakis che, ironicamente, si stupisce su quanto suoni «di sinistra» il fatto che la decisione dipenda direttamente dal popolo. Nel frattempo, il ministro dell'Interno Nikos Voutsis, in Parlamento, ha chiesto che tutte le forze politiche siano coese su un'unica decisione, e che maggioranza e opposizione, almeno per una volta, possano agire in vista di un fine favorevole al popolo grazie a cui sono stati eletti.

Voci dall'opposizione

Critiche dure da parte dell'opposizione a Tsipras, ricorso ad un referendum che probabilmente farà uscire il paese fuori dall'Europa. Mentre il Pasok ha espressamente chiesto le dimissioni del presidente, i centristi di Potami gli sottolineano quanto sia facile per lui combattere la propria battaglia fuori dal campo europeo.

Per lo stesso motivo, il partito conservatore di Nea Dimokratia avrebbe definito Tspiras un irresponsabile.

Un'economia agli sgoccioli

George Katrougkalos, il vicepremier, ha assicurato che lunedì le banche saranno aperte, e che non vi sarà controllo alcuno sui capitali. Il capo negoziatore Euclid Tsakalotos avrebbe incontrato Mario Draghi, presidente della Bce, mostratosi comprensivo per la scelta del referendum.

Il Brussels group non ha ancora reagito alle dichiarazioni di Tspiras, come invece avrebbero fatto i greci. Appena spenta la televisione, la maggior parte della popolazione si è fiondata ai bancomat, credendo che il governo dovrà mettere un tetto ai prelievi. Tsipras chiederà un'estensione di alcuni giorni al programma di salvataggio dell'ex troika, composta da Bce, Ue e Fmi, che scade il 30 giugno, così da arrivare con leggerezza al referendum del 5 luglio.