Nato nel 1947, figlio di emigrati ebrei, Bernie Sanders e la politica si sono scoperti fin da giovanissimo, quando “scoprii che un certo Adolf Hitler venne eletto e la conseguenza furono 50 milioni di morti, di cui 6 milioni di ebrei. Allora capii che la politica è qualcosa di molto serio”. Laureato in Scienze Politiche, Sanders è un attivista da sempre, avendo partecipato alla marcia di Washington del 1963 con Martin Luther King.

Il primo socialista al potere

Dichiaratamente di sinistra, Sanders è uno dei rari politici americani che si definisce socialistae le sue posizioni politiche sono decisamente molto spostate a sinistra anche rispetto alla corrente liberal del partito Democratico.

Outsider, considerato lontanissimo nei sondaggi dalla strafavorita Clinton, nel primo appuntamento elettorale in Iowa ha sorpreso tutti conquistando gli stessi voti dell'ex first lady e perdendo le primarie solo per il lancio della monetina.

Ma la fama di Sanders va indietro fino all'inizio degli anni '90, quando venne eletto alla Camera e il Washington Post lo definì “il primo socialista eletto da decenni”. Una carriera sempre borderline, con posizioni spesso in contrasto con lo stesso Partito Democratico, il ruolo di Sanders è sempre stato reputato marginale nella politica americana fino a oggi, quando il risultato nell'Iowa ha spaventato i dem.

Senza affidarsi ai “grandi donatori” del Super Pac, Sanders ha deciso di puntare al finanziamento della sua campagna elettorale sulle piccole donazioni dei cittadini e nel 2015 è riuscito a racimolare 73 milioni di dollari, con donazioni medie di 27 dollari a testa.

E nelle prime tappe della campagna elettorale l'outsider di sinistra ha raccolto più entusiasmo e platee più ampie rispetto alla stessa Clinton.

Una campagna elettorale di sinistra

Sanders si definisce alternativamente 'socialista' o 'socialdemocratico' e guarda alle esperienze della sinistra nordeuropea. Politicamente è da sempre schierato a favore dell'eguaglianza economica e nella sanità, è a favore di una tassazione pesante per i redditi più alti e da sempre appoggia la richiesta di rendere più facile la creazione di sindacati dei lavoratori, che in America sono molto più osteggiati che in Europa.

Vicino alle istanze della comunità LGTB, a favore del matrimonio omosessuale, dell'aborto libero, vuole l'abolizione della pena di morte e una riforma della giustizia che svuoti le carceri e combatta la presunta violenza della polizia. Inoltre, Sanders da sempre denuncia il razzismo 'istituzionale' che porta a condanne maggiori per le minoranze e per i neri in America.

No alla Guerra e al Patriot Act

Gli scontri maggiori con l'establishment del suo partito, però, ci sono stati riguardo alla politica estera americana. Sanders è da sempre contro la Guerra in Iraq, ha osteggiato fortemente il Patriot Act e ha a più riprese chiesto a Barack Obama di rinunciare alla “guerra al terrorismo” eliminando i soldati americani dal Medio Oriente e riformando le politiche antiterrorismo all'interno degli USA.

Con queste premesse, ovviamente, gli analisti politici davano e danno ben poche chance a Sanders di conquistare la nomination per correre per la Casa Bianca e, ancor meno, di vincere le elezioni presidenziali. L'America rurale saprà sorprendere gli analisti e appoggiare un candidato 'rosso' e anche le metropoli liberal lo preferiranno alla Clinton e ai suoi scandali?