Dopo le dimissioni del Governo Renzi, figlie dell’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre, i cittadini auspicherebbero elezioni immediate, almeno la gran parte di essi. Gruppi di opposizione ma anche gran parte dei Partiti di Maggioranza sembrano sulla stessa linea. Rispetto al recente passato, forse a causa dei problemi romani del Sindaco Raggi, il M5S sembra tra i pochi che spingerebbe per temporeggiare un po’, adducendo come scusante, la necessaria nuova Legge elettorale. Il fatto che anche il PD, o gran parte di esso vorrebbe andare subito al voto, viene confermato da un provvedimento che probabilmente andrà in porto a gennaio 2017, che rivoluzionerà la materia vitalizi che sempre tanto fa discutere.

Elezioni bloccate dai Parlamentari col vitalizio a rischio?

Un dato di fatto certo, inequivocabile è quello che andando subito al voto, o meglio, prima di settembre 2016, per molti Parlamentari costerebbe tanto. Infatti, sarebbero 608 i Parlamentari, tra deputati e senatori che maturerebbero il diritto al vitalizio se l’attuale legislatura arrivi almeno al 15 settembre 2017. Se il giocattolo (per modo di dire) si rompesse prima, questi parlamentari perderebbero i 950 euro al mese di “pensione” per essere stati in Parlamento 4 anni 6 mesi ed un giorno. Infatti è questa la cifra che spetta ai senatori ed onorevoli per un mandato elettorale completo. Il vitalizio verrebbe percepito all’età di 65 anni, mentre per coloro che sono arrivati alla seconda legislatura, il vitalizio sale a 1.500 euro al mese e si percepisce a partire dai 60 anni.

Evidente che andare subito al voto, richiederebbe questo particolare sacrificio da parte dei nostri parlamentari.

La novità del PD

Che Renzi voglia tornare subito al voto, consapevole dei voti ricevuti come unico (o quasi) promotore del SI al referendum e conscio dei problemi che Roma Capitale sta producendo per il Movimento 5 Stelle, sembrava scontato già il giorno dopo le sue dimissioni.

Adesso, il PD, come riportano noti quotidiani come “La Repubblica” ed “Il Giornale”, sta seriamente pensando di scavalcare il problema vitalizi proponendo la loro abrogazione. Essendo una Legge nuova, questa sarebbe valida per la prossima Legislatura, ma non per la attuale. Per completare l’operazione, il PD ha pensato anche di concedere, cosa mai avvenuta prima, un rimborso dei contributi versati dai parlamentari dal 2013, cioè da quando partì la Legislatura attuale.

In pratica, a senatori e deputati verranno offerti 50.000 euro (a tanto ammontano i contributi che saranno stati versati fino a gennaio 2017) come liquidazione o buonuscita, che dir si voglia. Di fronte ad una proposta simile, probabilmente i 608 parlamentari che rischiano di dover dire addio al vitalizio se decidessero di andare al voto prima, potrebbero essere meno legati alla poltrona fino a settembre. Sicuramente una trovata geniale tra il politico ed il populista. Le polemiche già si sprecano, con Grillo che dal suo blog ha già sottolineato la strategia di Renzi e del suo partito, che cerca di andare al voto con una legge elettorale che penalizza i pentastellati. Dubbi di legittimità inoltre sono stati mossi da più parti, anche internamente al PD.

Vincenzo Visco, noto esponente dei Dem e personaggio vicino all’antagonista di Renzi per eccellenza, Pierluigi Bersani, ha rimarcato come sia illegittimo concedere un salario che sarebbe differito nel tempo, in soluzione unica ed immediata. Gennaio è alle porte e presto ne sapremo di più su una storia che sicuramente è destinata a dividere e far discutere.