Spesso vi abbiamo parlato di rimedi per prevenire l'ictus, mediante l'alimentazione e un corretto stile di vita, ma anche alquanto innovativi e che meritano ulteriori approfondimenti scientifici, come quello mediante l'osservazione del proprio orecchio. Sicuramente innovativo, ma anche molto più tecnologico del guardarsi un lobo all'orecchio, è il marchingegno messo a punto da un team di ricercatori italiani, nella fattispecie modenesi, i quali hanno messo a punto un'invenzione presentata all'ultimo Intel Global Challenge; una sorta di fiera dove inventori da tutto il mondo presentano le loro ultime trovate geniali.

E magari cercano fondi per poterle migliorare e lanciare su larga scala. I ricercatori italiani l'hanno presentata nella categoria Internet of Things Hardware ed hanno anche ricevuto un premio. Vediamo di cosa si tratta.

Il nome della loro invenzione è Neuron Guard, un sistema integrato di protezione cerebrale che si attiva in caso di ictus, arresto cardiaco, trauma cranico grave e malattie che causano danni irreversibili e gravi a determinate aree del cervello, come quelle che comandano i movimenti degli arti e la comunicazione verbale. Non a caso buona parte delle persone colte da questi malori poi subiscono danni permanenti a queste funzioni. Come agisce e che forma ha? Non è altro che un collare, fatto indossare da una persona che ha appena avuto un ictus, per far scendere la temperatura della massa celebrale fino ai trentaquattro gradi, in modo da bloccare e rallentare la morte celebrare.

Esso dovrà rimanere sul collo fino a settantadue ore. L'effetto di questa invenzione è in pratica quella dei defibrillatori. I ricercatori ritengono che la loro invenzione, oltre ad apportare notevoli benefici nel paziente, potrà portare anche benefici in termini economici alla Sanità pubblica. Ciò perché, nella fase post-ictus, un malato costa alla sanità oltre centomila euro, mentre con questo dispositivo si arriverà a risparmiare oltre il quaranta per cento.

Quando sarà pronto? I ricercatori modenesi calcolano che ci vorranno ancora un 3-4 anni di esperimenti, ovviamente sugli animali. Speriamo che la portino a termine, perché si tratta di un dispositivo di grande utilità e che aiuterà pure la dissestata sanità italiana, ormai al collasso, vittima di tagli continui da parte dei Governi di turno.