Nel 2016, solo in Italia, a circa 365 mila persone è stato diagnosticato un tumore. Un dato allarmante che cresce di pari passo con l’avanzamento tecnologico e un progresso scientifico che restituiscono speranza e voglia di combattere a chiunque rischi di essere annientato da questo male. Ad aumentare l’aspettativa di vita è una Ricerca condotta negli Stati Uniti e pubblicata sulla rivista online Cell. La ricerca ha goduto della collaborazione del Whitehead Instute of Biomedical Research e il Broad Institute, quest’ultimo coordinato dal Massachussets Institute of Technology e l’Università di Harvard.

Gli studi

Gli scienziati hanno scoperto quello che è stato denominato l’Abc della malattia, ovvero il corredo genetico che fornisce al tumore gli elementi necessari per sopravvivere. Lo studio di questo corredo, emerso solo dopo una lunga e approfondita disamina di molti altri geni, potrebbe fornire delle informazioni più valide rispetto a quelli già esistenti per combattere i tumori. Fabrizio d’Adda Fagagna, ricercatore presso l’Istituto Firc di Oncologia Molecolare di Milano e presso l’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia, ha definito la scoperta come “un approccio importante poiché permette di individuare i punti deboli di un tumore, in modo da non attaccare la mutazione, ma i geni essenziali alla sopravvivenza della cellula malata”.

La rassegna dei geni

I ricercatori hanno approfondito lo studio di ben 18.000 geni. Questi ultimi sono stati disattivati singolarmente per capire quali fossero i geni che effettivamente ricoprono un ruolo cruciale nella sopravvivenza dei tumori. Questa fase della ricerca è stata compiuta grazie ad una tecnica denominata Crispr, acronimo di Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats.

Una cernita iniziale che ha consentito di individuare quali geni fossero incidenti o meno per la resistenza dei tumori è stata fatta tramite il confronto tra la mappa del Dna e la sequenza dei tumori. L’esperimento è stato compiuto per le 14 linee di cellule della leucemia mieloide acuta la cui rilevanza è data dalla presenza dell’oncogene Ras, un gene ancora resistente all’attacco dei farmaci. La ricerca, quindi, ha portato all’individuazione dei geni senza le quali le cellule con l’oncogene Ras non riescono a sussistere e che quindi possono essere bersagliati.