Con il via libera al Decreto Fiscale, il collegato alla Legge di Bilancio, parte la nuova stagione della rottamazione delle cartelle di Equitalia, da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, e delle multe del Codice della Strada. Milioni sono i contribuenti che hanno a che fare con debiti fiscali, tributi evasi e multe che non riescono o che non vogliono pagare. Milioni di cittadini che, tradotti in moneta contante, rappresentano per il Governo una montagna di soldi che servono per risanare le sue esigue casse e per finanziare altri importanti provvedimenti.

Ecco perché i debiti relativi alle cartelle, per il secondo anno consecutivo, entrano in scena con la manovra finanziaria e con la nascita della cosiddetta rottamazione dei ruoli.

Lo stato a caccia di soldi

In pratica, per spronare i contribuenti a sanare la loro posizione debitoria e per vedere di recuperare crediti che altrimenti risulterebbero difficilmente incassabili dagli Enti, almeno nel breve periodo, il Governo adotta per il secondo anno consecutivo la politica degli sconti. Per molti contribuenti che dovrebbero pagare per le cartelle esattoriali loro notificate e che magari non ci riescono, il Concessionario per la riscossione arriva agli atti esecutivi più classici, cioè pignoramenti, ipoteche e fermo amministrativo delle auto.

Proprio le ganasce fiscali rappresentano lo strumento più adottato dal fisco che cerca di persuadere i contribuenti indebitati al pagamento. Ipoteche, pignoramenti e fermo però non rappresentano strumenti adatti a far fare soldi allo Stato nel breve periodo, con pratiche molto lunghe e che a volte non producono nulla da quel punto di vista.

Ecco perché la soluzione della nuova rottamazione, con la possibilità offerta ai contribuenti di pagare in 5 rate (l’ultima nel 2019) il debito, scontato di sanzioni ed interessi di mora, appare una operazione ottimale da parte del Governo e da chi fa le Leggi.

Rottamazione e ganasce fiscali

Aderire alla rottamazione significa innanzi tutto prendere tempo, cioè evitare che il Concessionario alla riscossione che chiede il pagamento, passi immediatamente alle azioni forzose.

Fosse solo per questo motivo, aderire sarebbe consigliabile a tutti quanti hanno debiti di questo genere. Infatti una volta ottenuta l’autorizzazione al pagamento dilazionato da parte dell’Agenzia di Riscossione e finché viene rispettato il piano, cioè fino a quando si continuano a pagare le rate entro la loro scadenza, nessun pignoramento, nessuna ipoteca e nessun fermo amministrativo potranno essere applicati al contribuente. Diverso il caso di quei provvedimenti di fermo già in atto e che vanno affrontati riuscendo a capire la differenza che esiste tra sospensione e cancellazione del provvedimento delle ganasce fiscali. Una volta ottenuto l’accesso al piano dilazionatorio derivante dall’adesione alla rottamazione bis delle cartelle e dopo aver regolarmente pagato la prima rata, il contribuente su cui grava il fermo amministrativo della propria auto potrà richiederne la sospensione.

In pratica il fermo viene congelato per il periodo della rateizzazione dei propri debiti, ma non viene cancellato se non ad avvenuto saldo dell’intera situazione pendente. Questa possibilità non vale per le ipoteche perché esse non possono essere sospese ma solo cancellate dopo aver pagato l’ultima rata del piano dilazionatorio. Per i pignoramenti in corso invece, essi vengono immediatamente cancellati al pagamento della prima rata di debito. La sospensione del fermo decade e quindi si riattiva il meccanismo delle ganasce fiscali non appena si disattende il piano di pagamento delle rate concordato con l’Agenzia. Naturalmente nel periodo di sospensione del fermo si può circolare normalmente con l’auto, evitando multe e ritiro del libretto, ma l’autovettura non potrà essere venduta o rottamata se non a cancellazione del fermo.

Per vedersi sospendere il fermo è necessario produrre istanza all’Agenzia delle Entrate Riscossione con i modelli da essa prestabiliti e dando prova dell’avvenuto pagamento della prima rata di debito. Esiste anche la possibilità di cancellare il fermo nei casi in cui si dimostri che l’auto sottoposta al provvedimento è strumentale per il lavoro svolto dal contribuente ed importante ai fini di continuare a pagare regolarmente le rate. In questo caso però la procedura è più lunga e serve una attenta analisi da parte del Concessionario al fine di concedere questa specie di salvaguardia.