Potrebbe esistere nell’Universo una civiltà avanzata millenni rispetto a noi, in grado di usare una tecnologia inimmaginabile per il genere umano? Anche se la magica domanda “siamo soli nell’Universo” non sembra aver trovato per il momento ancora una risposta, non mancano di certo le scoperte che fanno dubitare della nostra solitudine. Nel 2015 gli scienziati notarono delle variazioni luminose, rimaste senza spiegazione, intorno a quella che è stata battezzata “La stella di Tabby”. Ci furono moltissime teorie per cercare di spiegare in maniera “convenzionale” cosa potesse provocare suddette anomalie, ma nessuna era ed è convincente.

Gli scienziati considerarono seriamente quindi anche l’ipotesi che potesse trattarsi di una Sfera di Dyson, ovvero una sorta di rete di pannelli in orbita intorno alla stella per sfruttarne pienamente il potenziale energetico.

Cercare gli alieni nei pressi delle pulsar

Un astronomo della Free University of Tbilisi, Georgia, ritiene che questo tipo di tecnologia dovrebbe essere facilmente individuabile con i telescopi a infrarossi che abbiamo a disposizione. Benché gli scienziati siano cauti, ci tengono a sottolineare che la possibilità è concreta. In un articolo il professor Zaza Osmanov mette in evidenza come una Sfera di Dyson dovrebbe essere più probabilmente individuabile intorno ad una stella che possiede pianeti nella “zona abitabile”.

“Osservando una zona relativamente vicina del Sistema Solare stimiamo di individuare 64 pulsar”, si legge nell’articolo di Osmanov pubblicato sul famoso sito arXiv. Se davvero venisse individuata una megastruttura aliena in grado di catturare l’energia di una pulsar, Osmanov ci mette in guardia: “una civiltà in grado di costruire una struttura simile potrebbe spazzare via l’intera umanità”.

Non è il primo scienziato ad avere una cattiva considerazione degli alieni. Già in diverse occasioni, l’astrofisico Stephen Hawking ha più volte ribadito di smettere ci cercare di contattare gli extraterrestri perché potrebbe essere la fine per la nostra umanità. E’ vero che la storia insegna che l’arrivo di civiltà “evolute” in terra straniera è sempre finito male per i nativi del luogo, ma speriamo che un evento di contatto “ufficiale”, semmai dovesse accadere, possa essere costruttivo per tutti e soprattutto qualcosa di positivamente memorabile. Di distruzione il mondo, ne conosce abbastanza.