Vocazione, una parola di cui ormai se ne abusa tantissimo nella città dei templi; la parola da Wikipedia definisce che è una particolare sensibilità verso un tipo di vita, un'attività spesso intesa di carattere prettamente religioso o solidale, allo stesso tempo riferita ad Agrigento, al contesto ambientale in cui è inserita la città, si capisce che si è abusato del termine "vocazione turistica", che applicato alla realtà del territorio sembra quasi un'esagerazione, purtroppo per l'economia di una città sempre più in ginocchio. Agrigento infatti ormai è stato appurato dal recente sequestro dei pennelli a mare, non è a vocazione turistica, Agrigento non è adatta ad accogliere turismo sia esso di massa e ben che meno di tipo occasionale o di passaggio.

Tra divieto di balneazione, fognatura riversata in mare senza controllo, parcheggiatori abusivi in qualsiasi buco, bancarelle selvagge di extracomunitari, buche profonde anche 15 cm, erbacce e sterpaglie che crescono dovunque, Agrigento dimostra per mano dei suoi amministratori la sua "a-vocazione" appunto turistica, così da far decidere agli operatori turistici l'ostracismo dal circuito turistico internazionale e nazionale con buona pace per l'economia locale.

Succede così che le associazioni, come ad esempio Mareamico dell'ambientalista Claudio Lombardo denunciano, oltre che l'inquinamento del mare dato dalla non costruzione del depuratore del Villaggio Peruzzo, anche e soprattutto il fatto che il divieto di balneazione non viene fatto rispettare da nessuno, anzi succede che, denuncia sempre Claudio Lombardo: "che tra i bagnanti qualcuno abbia completamente tolto i pannelli dalla spiaggia con su l'ordinanza sindacale che inibisce la balneazione".

Invece un'altra associazione cittadina ha denunciato la presenza di parcheggiatori abusivi e occupazione selvaggia di suolo pubblico di bancarelle illegali presso un noto locale nei pressi del porticciolo san leonino "che crea un imbuto rendendo difficoltoso anche fare una semplice passeggiata e godere dei tramonti estivi sul lungomare Falcone-Borsellino".

Invece alcuni testimoni occasionali riferiscono di un episodio increscioso avvenuto presso il porticciolo turistico nella prima serata di venerdì 26 luglio, quando un turista tedesco si è visto minacciare da un parcheggiatore abusivo poiché pretendeva il pagamento, in un parcheggio pubblico, di quello che da molti viene definito un pizzo, soprattutto da turisti che mangiano "pane e legalità" costringendolo per l'incolumità sua e dei suoi figli a dover scappare. Dell'accaduto tuttavia non si sa ancora se è stata sporta denuncia alle forze dell'ordine.