Il Petrolio è presente in ogni aspetto della vita quotidiana, molto più di quanto immaginiamo. Ad esempio, svariati beni di consumo familiari, derivano a nostra insaputa dall'oro nero: dagli pneumatici alle borse, dal poliestere, alle confezioni dei detergenti. E persino i nostri computer e smartphone sono ricavati a partire dal petrolio.

Tra i molteplici ambiti e contesti di applicazione, il settore dei trasporti detiene certamente la percentuale maggiore: il 66% dei mezzi infatti, è alimentato a petrolio o da suoi derivati. In ultimo, ma solo perché la lista è lunga, non possiamo non ricordare che dal petrolio dipende anche una buona parte dell'energia elettrica mondiale.

Quindi come è facile dedurre anche dai pochi dati succitati, l'incidenza di questo prezioso liquido su di noi è notevole e quasi invadente. Per tali ragioni, sono in corso in ogni angolo della Terra conflitti di ogni forma (armati e diplomatici) per mettere le mani sui principali giacimenti: allo stesso tempo, le grandi compagnie petrolifere "a braccetto" con i governi dei Paesi più influenti della Comunità Internazionale hanno generato forti speculazioni finanziarie per l'estrazione e la vendita su scala globale.

A poco o nulla sono valsi i numerosi appelli lanciati dagli scienziati che, insieme alle maggiori associazioni ambientaliste, denunciano da decenni i rischi riconducibili allo sfruttamento petrolifero nonché gli effetti devastanti (dei suoi derivati) sull'Ambiente naturale: così la cosiddetta "corsa all'oro nero" non è mai rallentata ma è persino cresciuta nel tempo come è dimostrato anche dalle ultime ricerche e trivellazioni effettuate sul territorio italiano.

Nello specifico nel nostro paese si contano complessivamente, a mare e sulla terraferma, 202 concessioni di coltivazione, 117 permessi di ricerca, 109, istanze di permesso di ricerca, 19 concessioni di coltivazione, 3 istanze di prospezione.

Il caso "Petrolio" nel Canale di Sicilia.

Il Canale di Sicilia è al centro di vivaci polemiche da quando Eni e Edison hanno presentato una richiesta formale al Governo per avviare nuove campagne di ricerche di idrocarburi in quelle zone.

Secondo gli esperti eventuali trivellazioni potrebbero attentare all'equilibrio marino del canale di Sicilia dove sono situati peraltro pericolosi vulcani sottomarini a rischio sismico. A riguardo hanno manifestato tutta la loro preoccupazione i rappresentati di Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) e Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) durante un'audizione in commissione Ambiente del Senato tenutasi ad inizio Luglio.

A tal riguardo il WWF Italia in occasione della Giornata mondiale degli oceani, ha lanciato la campagna online ''Sicilia, il petrolio mi sta stretto'' contro le trivellazioni, che durerà tutta l'estate. L'iniziativa coinvolge l'intera cittadinanza chiamata ad esprimersi compattamente contro la minaccia delle trivellazioni nello Stretto di Sicilia sottoscrivendo una speciale petizione online per chiedere di "fermare le trivelle e per l'istituzione di un'area protetta a Pantelleria, isola vulcanica vero gioiello del Mediterraneo, nonché unica isola non ancora tutelata nello Stretto di Sicilia".

Oltre a rimarcare i possibili pericoli sismici (ancora in fase di studio) il WWF si oppone ad un'eventuale invasione di piattaforme in quel mare perché spiegano: "da li' passa tutto, dal minimale scambio di correnti, superficiali e profonde ai tonni e alle tartarughe in migrazione, alle flotte pescherecce degli stati mediterranei che si riversano tutte lì per pescare il pesce più pregiato al mondo, il tonno rosso''.

Inoltre, quel mare è anche una delle vie d'acqua più trafficate del mondo, il 15% del traffico globale infatti passa per il Canale di Sicilia

Secondo le stime, mediamente, 200mila navi commerciali attraversano il Mediterraneo dirette verso i 300 porti del bacino, valori destinati a crescere di tre o quattro volte nei prossimi 20 anni. ''Dove tutti passano, lo stato italiano vorrebbe trasformare il tragitto in una corsa ad ostacoli, permettendo la costruzione di piattaforme petrolifere'', osservano i rappresentanti del WWF. In relazione al possibile nesso trivellazioni - terremoti, il Ministro dell'Ambiente Orlando ha incaricato l'Ispra di accertarne scientificamente l'esistenza, come ha annunciato di recente al Senato.