Se si pensa ad uno scontro tra uno squalo e un delfino la risposta potrebbe sembrare scontata e nel caso di una scommessa tutti risponderebbero lo squalo e lo darebbero 10 a 1 e forse anche di più se lo squalo fosse poi tra i più fetenti come il tigre, il leuca, il bianco. E invece non è detto che i muscoli vincano contro il cervello ed è noto che i delfini sono famosi per intelligenza e consapevolezza. Ebbene sì: molti studiosi sono convinti che i delfini siano consapevoli del pericolo non solo per sé, ma anche per gli altri di qualsiasi specie sia.

Molti sono i casi in cui i delfini sono andati in soccorso dei surfisti o dei nuotatori attaccati dagli squali. Tra i casi più famosi vi è quello del surfista Todd Endris salvato dai delfini dall'attacco di uno squalo bianco (su youtube c'è la ricostruzione video). Ma come fa il delfino a difendersi dagli squali e non solo, riuscire anche a salvare chi ne viene attaccato? Esaminiamo i due antagonisti. Da un lato del ring: lo squalo (della famiglia dei selacei ossia pesci dotati di uno scheletro cartilagineo e quindi a crescita illimitata), velocità media 50km/h, tre o quattro file di denti in continua crescita, il peso medio (a seconda del tipo di squalo) 500kg, dall'altro lato del ring, delfino (cetaceo e mammifero), velocità 45 km/h, dotato di rostro al cui interno si trovano 110 denti, peso medio 200kg.

La risposta alla domanda che ci siamo posti viene da uno studio sui Stenella frontalis (un tipo di delfini) condotto vicino alla costa di Bikini, alle Bahamas, dagli studiosi canadesi Kelly Melillo-Sweeting, Stephen D. Turnbull, Tristan L. Guttridge dell'università di New Brunswick, Saint John, Canada. La ricerca, partita nel 2001, non ha come obiettivo quello di monitorare la frequenza degli attacchi degli squali ai delfini, bensì le vittorie dei secondi sui primi.

Dalla ricerca è emerso che i delfini riescono a sopravvivere all'attacco dello squalo grazie ad una strategia di difesa basata sulla collaborazione del branco. Nel caso vi sia un loro simile o di un'altra specie ad essere attaccato dal signor muscolo, il branco si dispone in circolo, sbattendo la pinna caudale contro l'acqua per allontanare il predatore.

Nel caso in cui questi non rinunci, il più indomito del branco punta alle fessure branchiali dello squalo, dove è molto sensibile, a differenza del resto del corpo, la cui pelle è molto dura. Se il delfino riesce a colpire con rostro le branche dello squalo, il gioco è fatto: il delfino ha vinto. Questa strategia è però molto pericolosa, perché se il delfino manca il bersaglio, lo squalo ha tutto il tempo di rigirarsi e azzannare al ventre il mammifero. Dai dati raccolti dai ricercatori delle Bahamas è emerso che i delfini hanno delle buone probabilità di sopravvivenza, nello scontro con lo squalo, se quest'ultimo li aggredisce sul dorso (50% del campione esaminato nello studio). La probabilità di sopravvivenza scende poi al 35% per le c.d.

estremità, pinne e pinna caudale. La probabilità più bassa di sopravvivenza del delfino si ha quando viene aggredito al ventre. Come fanno dunque i delfini a difendersi e vincere gli squali? con la cooperazione, la consapevolezza, il coraggio e l'intelligenza. Sono mammiferi dopo tutto! Fonte: Kelly Melillo-Sweeting, Stephen D. Turnbull, Tristan L. Guttridge. Evidence of shark attacks on Atlantic spotted dolphins (Stenella frontalis) off Bimini, The Bahamas. Marine Mammal Science, 2014; 30 (3): 1158.