Il piano Silletti ha subito uno stop improvviso. Adesso, occorrerà capire se, nel breve, le contrattazioni potranno avere una ripresa. Il Tar del Lazio, si è espresso a favore del ricorso presentato dai ventisei vivaisti leccesi, tanto quanto degli avvocati Luigi Paccione e Valentina Stamerra (impegnati a tutela di 26 aziende biologiche). Un segnale forte di vicinanza verso tutti coloro che ritengono l'utilizzo di pesticidi imposto dal piano, incompatibile con il proprio lavoro. L'ordinanza finalizzata al congelamento dei progetti che impedivano la diffusione del batterio killer ha visto la luce nella mattinata di ieri.
Innegabile che la decisione dei giudici di accettare le istanze è figlia delle recenti imposizioni volute dall'Unione Europea nel corso del vertice tenutosi a Bruxelles gli scorsi 27 e 28 aprile.
Anti-Xylella, un diktat continuo
La commissione europea, come un continuo ronzio nella mente dei suoi elementi, ritiene ormai superato il piano Siletti. La volontà del Comitato fitosanitario permanente dell'Unione Europea è di prendere misure più restrittive. Una modifica che dovrà essere applicata nell'arco di un mese. Un colpo veramente duro per il piano Siletti che, di fatto, è accusato di avere "un orizzonte temporale troppo esiguo". Il commissario straordinario, però, non s'è parso d'animo.
Nella giornata di oggi, infatti, è previsto un importante incontro con enti, associazioni e comitati. All'ordine del giorno, neanche a dirlo, la completa revisione del piano. Una "rinfrescata" totale che permetterà allo stesso di essere maggiormente in linea con le ultime decisioni europee.
Misure anti-Xylella, l'Unione Europea definita "troppo drastica"
L'Europa ha imposto l'abbattimento di tutti gli ulivi presenti nelle zone infette poste a Nord di Lecce. Così come l'immediata eliminazione di tutti i focolai posti al di fuori della provincia di Lecce Una "mattanza" che riguarderà un raggio di 100 metri da ogni singolo esemplare.
La Prima sezione del Tribunale amministrativo ha definito "un pregiudizio grave e irreparabile" tutte le ultime leggi imposte.
Adesso, i ricorsi degli avvocati Guido e Giovanni Pesce, curatori degli interessi anche dei proprietari di un fondo di Oria in cui è stata accertata la presenza di ulivi infetti, verrà discussa il 16 dicembre. Questo, sicuramente, non fa altro che mettere ulteriormente in risalto la lentezza della burocrazia del Belpaese.
Inoltre, gli ultimi dati offerti dagli esperti affermano che il disseccamento degli ulivi è dovuto quasi esclusivamente all'abbandono e, soprattutto, alla trascuratezza dei terreni. Senza trascurare, neanche a dirlo, un uso smodato di prodotti chimici altamente tossici.
Ecco quanto dichiarato dall'Anci Puglia. Frasi che non celano una marcata preoccupazione:
"Stiamo parlando di un blocco che coinvolgerà circa 150 specie vivaistiche che, a loro dire, fanno parte della 'zona infetta'. È assurdo pensare di abbattere anche la vite, su cui, ad esempio, non è mai stata riscontrata la minima forma di Xylella. L'Unione Europea sta palesemente sottovalutando le nostre esigenze. Questa soluzione è del tutto inopportuna".
Voi avevate rilevato il problema già in passato.
"Certamente. La reazione delle istituzioni è arrivata in colpevole ritardo. Gli agricoltori avevano denunciato il problema già due anni orsono".