Dopo giorni di discussioni a Bruxelles, è arrivato il "verdetto" della UE - precisamente del Comitato permanente per la salute delle piante - sugli interventi ritenuti necessari per combattere la "malattia" che infesta gli ulivi del Salento, ovvero la Xylella fastidiosa.

Allo stato, stando a quanto riportato dagli organi di stampa, la UE ha ordinato l'abbattimento (tecnicamente "l'eradicazione") degli ulivi attaccati dal batterio-killer e di tutte le piante che si trovano in un raggio di 100 metri da questi ultimi nella zona a nord di Lecce, in particolare in quella di Brindisi e Taranto.

Il Comitato permanente ha anche deciso di ordinare il blocco totale dell'attività dei vivai e di vietare che siano piantati nuovi alberi di ulivo. La motivazione della decisione del Comitato permanente per la salute delle piante è la necessità di evitare il contagio. Si tratta di un duro colpo per la Puglia, dove la produzione di olio d'oliva costituisce un'attività assolutamente prevalente.

Da segnalare, tuttavia, che il Comitato permanente ha anche vietato di importare in Francia (la quale per prima - poi si sono aggiunte Grecia e Spagna e, infine, gli altri Paesi europei - ha vietato l'importazione di 102 specie vegetali provenienti dalla Puglia) le piante di caffè provenienti da Honduras e Costa Rica, a causa dell'elevato rischio infettivo di queste piante (è nota la particolare diffusione nel Sud America della Xylella fastidiosa che colpisce, tra gli altri, gli alberi di vite, mandorlo, ginestro, albicocco).

Xylella fastidiosa e ulivi del Salento: i particolari della procedura decisa dalla UE

Il Comitato permanente per la salute delle piante della UE ha deciso il "piano di azione" per combattere la Xylella fastidiosa nel Salento: si dovrà intervenire, preliminarmente, nella zona di Brindisi e Taranto, in particolare nella zona di Oria (dove è stato individuato un vero e proprio focolaio di infezione del batterio patogeno).

L'intervento consisterà nell'individuazione degli alberi infettati dalla xylella fastidiosa e nel conseguente abbattimento dei medesimi, oltre che nella "rimozione e la distruzione delle piante infette e in quelle ospiti nel raggio di 100 metri, a prescindere dal loro stato di salute".

Per quanto riguarda la zona del leccese, invece, la procedura decisa dalla UE allo stato prevede l'abbattimento delle piante infettate e delle piante che si trovano in un raggio di 100 metri da queste ultime in una "fascia di eradicazione" di 20 chilometri, che è stata individuata e segnalata dal Comitato permanente per la salute delle piante.

La procedura, tuttavia, prevede anche il blocco totale dell'attività dei vivai salentini (ce ne sono molti, in particolare, nella zona di Otranto) relativa alla commercializzazione della talea (meglio conosciuta come barbatella), ovvero un frammento della pianta - in genere un rametto - che viene appositamente tagliato e messo nella terra o nell'acqua allo scopo di rigenerare le parti mancanti e dare vita a un nuovo esemplare di pianta.

Anche questo è un duro colpo per il Salento, dove la produzione e commercializzazione della barbatella è molto diffusa (viene esportata in tutto il mondo). Si attende la reazione della Regione Puglia di fronte alla decisione della UE. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, starebbe meditando di fare ricorso.

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