Le 8 scosse di Terremoto registrate nello scorso fine settimana alle isole Eolie hanno destato allarme, non solo tra i turisti in vacanza in quelle località e soprattutto quelli che si trovano ad Alicudi, ma anche nel resto del meridione dove si vivono sempre con particolare ansia le notizie che riguardano i movimenti tellurici.

Peraltro solo qualche giorno prima una significativa attività sismica era stata monitorata anche in Calabria e nel cosentino in particolare con una scossa del 4° e anche nella vasta area compresa tra l'Umbria e le Marche, con un abbondante sciame sismico, non forte ma persistente.

Ben 33 scosse riportate dall'App dell'Ingv, dall'una del 9 agosto, alle 3 del 10 agosto, delle quali più di 20 a Perugia, tutte non superiori a 2.1.

Certo anche i 2.6 gradi della sera del 6 agosto scorso bastano a mettere in agitazione una comunità quando la scossa è avvertita a Mirandola, località colpita e fortemente danneggiata nel maggio del 2012 da una ondata sismica che causò anche 27 vittime, 22 delle quali seppellite dai crolli.

Ma i fenomeni sismici di questo calda estate 2015 non devono preoccupare più di tanto. Si tratta, spiegano dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, di normale attività dovuta alla deformazione in atto della penisola italiana, che viene progressivamente e lentamente schiacciata dalle grandi placche in movimento, a una velocità media di qualche millimetro ogni anno.

Anche la Protezione Civile sottolinea che “L'Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo”, sismicità dovuta principalmente alla sua posizione a ridosso sia della zolla africana che di quella eurasiatica. A parte la Sardegna, il sito della Protezione Civile individua in gran parte dello stivale una elevata sismicità, con importanti concentrazioni nell'appennino centro-meridionale.

Il sismologo Alessandro Amato, dice anche che in parte è vera l'affermazione che negli anni è cambiata la sismicità del nostro territorio. “In parte è vero – spiega Amato -.Se guardiamo la storia, i grandi terremoti italiani sono avvenuti quasi tutti al Sud: Messina 1908, Irpinia 1930 e 1980, Calabria 1783 e 1905, e molti altri.

Ma tutto il Paese è sempre stato interessato da terremoti, magari un po' più piccoli ma dannosi lo stesso. Penso al Friuli nel '76, la Garfagnana nel '20 , poi ancora Umbria e Marche nel 1997, L'Aquila nel 2009 e l'Emilia nel 2012. Da qualche secolo a questa parte nel Sud si sono verificati parecchi terremoti intorno al 7°; al Nord non abbiamo avuto la stessa quantità di episodi così forti ma ce ne sono stati comunque parecchi intorno al 6° che hanno fatto grandi danni, soprattutto quando hanno interessato centri abbastanza abitati e vulnerabili. Negli ultimi 50 anni abbiamo costruito un po' dovunque e non sempre correttamente, nel rispetto delle leggi e della sismicità - avverte l'esperto -.

Su questo dovremmo fare attenzione, a prescindere da come stia cambiando la sismicità dell'Italia”.

Le scosse avvertite ad Alicudi, però, se non hanno destato eccessivi allarmi al momento, di sicuro non sono da sottovalutare a causa della particolarità dell'isola. Si pensi che oltre a una guardia medica non esistono altri presidi di primo soccorso e solo recentemente è stato costruito un eliporto che consente il trasporto veloce in caso di eventuali emergenze.

E' pur vero che, come ricorda anche l'Ingv, in questa isola, abitata solo sul versante orientale dove si arrampicano le cinque minuscole frazioni, terremoti molto forti non si sono mai verificati. Viene riportato un sisma del 1892 come quello più rilevante, che aveva interessato la vicina Filicudi con una magnitudo presumibilmente intorno ai 5,3 Mw.