Come riporta l'agenzia di stampa Reuters, giovedì scorso la Corte d'Appello di Lione ha confermato la sentenza del 2012 in cui la Monsanto era stata riconosciuta colpevole di avvelenamento chimico di un agricoltore francese, al quale erano sorti problemi neurologici quali perdita di memoria, mal di testa e balbuzie, in seguito all'inalazione, nel 2004, un diserbante prodotto dalla nota società statunitense.

L'accusa e la replica di Monsanto

L'agricoltore francese accusa il gigante americano di non aver fornito adeguate avvertenze sull'etichetta del prodotto, un erbicida per suolo, utilizzato fin dal 1960 per il controllo delle erbe a foglia larga nei campi. L'utilizzo dello stesso è stato vietato in Francia dal 2007, dopo essere stato vietato già in altri paesi quali Gran Bretagna, Belgio e Canada.

La Monsanto, dal canto suo, ha dichiarato che gli esperti, compresi quelli nominati al tribunale civile francese, non hanno trovato nessun nesso di causalità tra l'esposizione accidentale dell'agricoltore all'erbicida ed i danni per i quali lo stesso ha richiesto il risarcimento. L'avvocato del colosso americano, Jean-Daniel Bretzner, ha annunciato il ricorso al successivo grado di giudizio francese, aggiungendo che 'in ogni caso il risarcimento per il contadino dovrebbe essere piuttosto contenuto, stiamo parlando di somme di denaro piuttosto modeste o addirittura nulle.

Il contadino ha già ricevuto indennizzi, e c'è una regola fondamentale che afferma che non si può compensare due volte lo stesso danno'.

Le nubi sulla Monsanto

L'erbicida in questione, chiamato 'Lasso', non è l'unico prodotto della Monsanto ad essere accusato di essere nocivo. Infatti l'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), facente parte del Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), afferma che il glifosato, ingrediente che la Monsanto utilizza nella maggior parte dei propri prodotti, è probabilmente cancerogeno per l'uomo. A queste accuse la Monsanto si difende contestando i risultati  ed affermando che gli stessi sono frutto di 'scienza spazzatura'.