Le notizie per noi italiani, riguardo ai possibili e futuri terremoti, e la messa in sicurezza delle abitazioni non sono belle, il rischio del ripetersi di futuri movimenti tellurici devastanti è alto, anche se prevedere quando arriveranno è impossibile. Qualcuno che però continua a studiare, per provare a farlo, c'è e si applica con studi approfonditi del territorio. Assodato che non è possibile prevedere un Terremoto, un altro aspetto che viene analizzato, per salvare quanto meno le persone con la prevenzione, è la questione della messa in sicurezza delle abitazioni.

Studi previsione terremoti e messa in sicurezza edifici

Riguardo al tema Terremoto e alla possibilità di prevederne l'arrivo, va detto che rispetto al sisma dell'Aquila, di cui qualcuno aveva azzardato l'arrivo, ritrovandosi nei guai per procurato allarme, oggi non s'incorre in queste problematiche, la prevenzione del resto ha in sé insito l'eccessivo allarmismo, se no non sarebbe tale. Chi un tempo denunciava gli esperti, che asserivano le proprie teorie a riguardo, rischierebbe, oggi facendolo, di trovarsi a sua volta incriminato per non essere stato vigile e oculato. Quindi un primo passo, per evitare di impedire l'avanzamento degli studi, è quello di evitare di ostacolare la scienza.

Riguardo alla questione messa in sicurezza delle abitazioni, il discorso è ben diverso, uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, pubblicato proprio poco tempo prima del terremoto di Amatrice, ha rilevato che per mettere in sicurezza ben 21 milioni e mezzo di cittadini che vivono nelle aree a rischio «molto o abbastanza elevato», sarebbero necessari circa 36 miliardi di euro.

Stime fatte sulle carte, rischio ridotto, ma non eliminato

Ovviamente la messa in sicurezza riduce il rischio, ma non lo elimina, e le abitazioni su cui intervenire nel nostro paese sono circa il 40%, al costo di questo maestoso lavoro d'interventi edilizi, vanno aggiunti i costi per le micro-indagini geologiche. Quello che preoccupa non sono le spese da sostenere, ma il fatto che siamo indietro e si deve cominciare subito, con la paura incombente che si ripeta un nuovo disastro. La probabilità di altri terremoti, con conseguenze simili a quello di Amatrice, è altissima. 

I costi per la messa in sicurezza vanno dai 27 miliardi per una zona a medio rischio come l'Emilia, ed arrivano a 93 miliardi se si ampliano gli interventi nelle zone a rischio più basso, cioè quelle che necessitano solo di interventi di tutela mirata degli edifici e del problema dell'elevato affollamento.

Le stime sono fatte sulla carta, e partono dal presupposto che tutte le case costruite dopo il 2008 siano già a norma, che solo il 5 per cento delle case necessitano di piccoli interventi (senza considerare l'esistenza di ville e palazzi) e che il nostro è un paese dove prolifera l'abusivismo. La nostra situazione è davvero grave.

Per di più metà delle case sono state realizzate prima del 1974, senza osservare alcuna norma anti-sisma, e zone come quella alle pendici del Vesuvio, ad alto rischio sismico, non andrebbero messe in sicurezza, ma rase al suolo. Il discorso appena fatto, poi, vale solo per case private; alla situazione disastrosa del territorio abitativo italiano vanno aggiunti: ministeri, scuole, ospedali, alberghi, teatri, stadi e tutto il patrimonio artistico e culturale italiano.