La Giornata della Terra si apre il 22 aprile. La si celebra dal 1970 e ogni anno lo si fa con maggior preoccupazione. Questo perché ormai ogni limite è stato ampiamente superato e l'unica cosa che si può fare è ridurre gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici, frutto dell'uso indiscriminato delle sue risorse, oltre che del pessimo uso delle stesse. Effetti che Filippo Giorgi, uno dei massimi esperti di cambiamenti climatici, riassume in tre principali. Conseguenze del surriscaldamento globale, che, ben lungi da colpire solo i Paesi più industrializzati e quindi i diretti responsabili di ciò che Giorgi chiama "febbre del Pianeta", colpiscono in modo impietoso e allarmante le aree più povere e meno produttive del Mondo.

In questo senso è sicuramente istruttiva l'indagine documentata di Gilbertson sul consumo giornaliero di acqua di 4 famiglie prese a campione nel mondo: una, a New York, e le altre rispettivamente, in Giordania, India e Niger.

Filippo Giorgi: effetti globali dei cambiamenti climatici

  • Per la Giornata della Terra che si celebra il 22 aprile, sono sicuramente centrali le parole di Filippo Giorgi, responsabile di Fisica della Terra presso l'International Center for Theoretical Physics di Trieste. Egli individua tre effetti principali dei cambiamenti climatici:
  • scioglimento dei ghiacciai (con la conseguente diminuzione di acqua dolce);
  • innalzamento del livello dei mari (con la previsione di un metro di altezza entro il 2100);
  • intensificazione del ciclo idrologico e quindi dei fenomeni esacerbati di alluvione e siccità.

L'acqua un bene prezioso. Indagine di Gilbertson

La giornata della Terra è un'occasione da non perdere per mettere l'acqua al centro del dibattito mondiale, come mai fino ad ora.

Acqua, come risorsa di vitale importanza. Acqua, come bene prezioso da non sprecare. Acqua, come petrolio blu da salvaguardare e difendere e, insieme, da garantire a tutti. Ashley Gilbertson mette a confronto 4 famiglie in relazione al rispettivo fabbisogno giornaliero di acqua. I risultati ci mettono davanti a una realtà sconvolgente, benché sotto gli occhi di tutti.

L'Occidente usa in modo sbagliato e spreca per lo più gran parte delle sue fonti di acqua, mentre molte realtà in Asia e Africa ne fanno un uso razionato e per lo più ne sono privi. Ecco 4 campioni di famiglie presi in esame da Gilbertson:

  • 1000 l/giorno. Il consumo della famiglia Gilbertson a New York;
  • 200 l/giorno. Il consumo della famiglia Masaeed in Giordania;
  • 220 l/giorno. Il consumo della famiglia Sarker in India;
  • 60 l/giorno. Il consumo della famiglia Mahamadou in Niger.

I risultati di questa indagine sono agghiaccianti: non solo perché rivelano le responsabilità dell'Occidente nell'uso di questo bene, ma soprattutto evidenziano come sia la mancanza di acqua nelle zone meno industrializzate a mietere ogni giorno vittime.

L'acqua è vita: senza di essa si muore, questo è un fatto che ci deve far riflettere in una dimensione a lungo termine.

L'acqua è donna

Nina Strochlic, nel suo articolo "L'acqua è donna", pone in luce un altro aspetto di questa risorsa di primaria importanza, come è l'acqua. Dice, cioè, che questo bene è frutto pressoché esclusivo dell'impegno della donna in molte realtà più disagiate, come l'India, la Bolivia, il Malawi e il Myanmar. E' la donna che si procura questo bene prezioso e per farlo deve camminare per chilometri ogni giorno. Questa testimonianza è importante perché ci fa riflettere su due aspetti. In primis, sul fatto che l'acqua, per molte civiltà ancora non industrializzate, sia un bene 'di genere' per così dire.

In secondo luogo, sul fatto che questo sia in tutti i sensi un bene vitale. Di vitale rilevanza diventa quindi il suo uso avveduto, affinché lo spreco di pochi non sia la causa della mancanza e quindi della morte per molti.