Giovedì 20 luglio nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca è di scena il tema delle Agromafie nel corso del convegno patrocinato dal Comune di Messina, dalla Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare e da Coldiretti Sicilia.
Il termine ‘agromafie’ ha ormai perso l’iniziale collocazione di neologismo per diventare l’effetto di un fenomeno delittuoso che contamina la buona tavola del made in Italy, infiltrando la criminalità organizzata nella produzione, distribuzione e vendita del mercato agroalimentare, tale da consentire non soltanto il riciclaggio del denaro illecito ma anche il relativo incremento a basso costo, mischiandosi all’economia sana.
Di certo è il settore della ristorazione che maggiormente agevola il fenomeno del money dirtying che, in base al più recente Rapporto Eurispes – Coldiretti - Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, implicherebbe circa 5.000 locali.
Le attività di prevenzione, repressione e analisi del fenomeno agromafia condotta in collaborazione tra le Forze dell’Ordine, la Magistratura, organizzazioni sindacali ed enti di ricerca hanno rilevato come il territorio e lo stesso made in Italy, siano diventati mezzi di arricchimento e sfruttamento illecito, abilmente mascherato dalle tecnologie e dai circuiti della finanza online, gestita da fiduciarie anonime e banche veicolanti gli investimenti operanti nelle Borse non solo europee.
Dai rubagalline ai colletti bianchi
Il giro d’affari totale annuale dell’agromafia ha registrato, rispetto al Rapporto Eurispes 2016, un incremento del 30%, raggiungendo circa 21,8 miliardi di euro.
Al furto di mezzi agricoli e gasolio, di prodotti e bestiame, seguono il pascolo abusivo, la presenza di aziende agricole false con terreni inesistenti, ma finalizzate ad incassare provvidenze utili ad assumere operai, che a loro volta saranno destinatari di prestazioni previdenziali e assistenziali.
E ancora il racket e l’usura, che asfissiano le piccole e medie imprese agricole.
Il turismo e l’agricoltura sono i vettori di ricchezza per la Sicilia
Dinanzi alla presenza di autorità militari e civili, nonchè dei soci Coldiretti provenienti da ogni provincia siciliana, i lavori del convegno sono stati aperti dal Sindaco della Città Metropolitana di Messina, Renato Accorinti, che ha evidenziato come in Italia vi siano tuttora due velocità di percorrenza, che distinguono il centro-nord dal meridione, dove il turismo e l’agricoltura restano i vettori della ricchezza, tuttora ostacolati dalla mancanza di idonee infrastrutture e da opportune scelte politico-aziendali che favoriscano – espone il Sindaco Accorinti – la trasformazione dei prodotti agricoli nel territorio italiano e non all’estero.
Di seguito, interviene il Presidente della Coldiretti Sicilia, Francesco Ferreri, che ricorda l’attivismo della Coldiretti contro l’agro-mafia, anche con la fondazione dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, dal momento che ‘il fenomeno criminale non riguarda gli altri ma noi agricoltori presenti sul territorio’, ribadendo per ciascuno il dritto/dovere di contribuire nel comunicare le notizie di reato.
Il convegno è stata un’occasione opportuna per esporre gli aspetti negativi del trattato commerciale CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), stipulato di recente tra l’Unione Europea e il Canada, invitando a riflettere su alcune questioni aperte con effetti diretti e indiretti: l’annullamento dei dazi doganali sulle merci crea davvero una piattaforma di competizione paritaria tra i coltivatori e le imprese agricole europee e quelle nordamericane?
La risposta è attenzionare l’asimmetrica dimensione tra le due realtà imprenditoriali. Nel CETA non è presente il principio di precauzione a tutela della salute e ambiente e inoltre per il Canada tale principio non è vincolante sul piano commerciale.
L’accordo CETA nel configurare l’equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie, implica da una parte il reciproco riconoscimento di un prodotto agricolo e dall’altra l’assenza di nuovi controlli nel paese di destinazione.
E per quanto riguarda le indicazioni geografiche protette? Il trattato di libero scambio tra Canada e Unione Europea prevede l’ingresso di 173 indicazioni geografiche nel territorio canadese.
Ebbene, all’Italia sono riconosciute soltanto 41 indicazioni su 288 DOP e IGP registrate, di contro al Canada il cui allegato presentato è vuoto.
Ma a questo punto rimane il dubbio sulle IG rimaste fuori dalla lista, trascurandone la qualità, la tradizione, l’originalità del prodotto. Ed infine, quanto si può ritenere coerente con l’individuazione della provenienza di un prodotto agricolo il concetto di ‘fabbricazione sufficiente’? Si tratta del concetto che comporta l’indicazione dell’origine del prodotto con componenti non originari ma in percentuali definite.
Adesione del Comune di Messina all’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare
E` l’Assessore al Bilancio e allo Sviluppo Economico del Comune di Messina, Guido Signorino, che anticipa l’impegno del Comune di aderire all’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, sottolineando che il tema del convegno aderisce alla politica condotta dal comune messinese nel contrastare l’illegalità.
‘La mafia non dà lavoro, al contrario lo distrugge’ – dichiara l’Assessore Signorino, il quale ha approfondito le implicanze micro e macroeconomiche nel dimostrare che il reinvestimento dei proventi di reati in altre operazioni criminali impoveriscono la capacità produttiva e riducono l’offerta di lavoro, limitando di conseguenza la propensione al consumo, tanto da ingessare l’economia locale. Pertanto – espone l’Assessore - si evidenzia l’urgenza di attivare sistemi di prevenzione, di sensibilizzare il rispetto di protocolli di legalità. di intensificare il controllo del territorio per sventare ogni forma di abusivismo, anche tramite la sperimentazione di responsabilità territoriale.
‘Stringo questo fazzoletto (il fazzoletto Coldiretti n.d.r.) e penso che noi siamo una squadra e siamo tanti e tanti più di loro’
Queste sono le parole con le quali il Presidente del Parco dei Nebrodi e Federparchi Sicilia, Giuseppe Antoci (da un anno sotto scorta perché vittima di un attentato mafioso) apre il proprio intervento, imperniato di umanità e senso di aggregazione, di gratitudine e fiducia a seguito dei risultati ottenuti dalle operazioni effettuate di concerto tra le Forze dell’Ordine e la Magistratura, non trascurando che con l’approvazione del nuovo Codice Antimafia, il ‘protocollo Antoci’ diventerà legge dello Stato non solo in Sicilia ma in tutta Italia, rafforzando la normativa antimafia nell’obbligare i concessionari di terreni demaniali di esibire il certificato antimafia, fornito dalla Prefettura competente, anche per importi inferiori alla somma di 150 mila euro.
Dalla forza di un sistema sociale aggregato di persone perbene prende l’input l’intervento dell’Assessore all’Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesa mediterranea Regione Siciliana, Antonello Cracolici, il quale ha sottolineato il carattere anche etico del convegno promosso da Coldiretti, sollecitando a ‘ riflettere e ragionare ’ sul fatto che la mafia non è un fenomeno rimasto nel passato ma traghettato nel presente da attività illecite, talora supportate dalla tecnologia finanziaria. Da qui la riflessione sulla ‘ qualità del contrasto ’ ovvero sulla portata del sistema sociale, come aggregazione di persone perbene, idoneo a produrre sufficienti anticorpi che possano contrastare la minoranza delle persone non perbene.
L’Assessore sottolinea l’esigenza di considerare l’agricoltura come un’opportunità non solo per il singolo coltivatore ma per la famiglia, come nucleo sociale e protagonista dell’imprenditoria del Terzo Millennio, protesa a tutelare la tradizione lavorata su terre sempre più biologiche. E in proposito l’Assessore Cracolici ribadisce l’importanza che si traduca il ‘dire in fare’, che non basta una certificazione biologica di un organismo di controllo, ma necessita un sistema di auto controllo in azienda, che possa mettere in atto il contenuto dichiarato e certificato. Da qui l’importanza del controllo territoriale e sociale, utile a garantire la sicurezza alimentare, ad infondere fiducia nel consumatore e promuovere il made in Italy.
E` il dott. Gioacchino Scaduto, Presidente aggiunto di Sezione del Tribunale di Palermo, nonché componente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, che conclude il convegno, esponendo sulle implicanze socio-economiche dovute alle agromafie, al recente moltiplicarsi degli incendi nel territorio siciliano conseguenti non sempre ad autocombustione bensì ai disegni illegali della cosiddetta industria del fuoco.
Il made in Italy agroalimentare comporta quello che Coldiretti riassume in ‘local vs glocal’, non asservendo ma promuovendo il prodotto nel mercato, verso un commercio ‘free and fair’.
Sotto il segno della libertà e giustizia deve essere tutelato anche il fare impresa in agricoltura, prevenendo e riconoscendo ogni forma di sopruso criminale.