È di oltre 20 miliardi di euro il giro di affari delle cosiddette Agromafie ed Ecomafie, che sta devastando la qualità e l’agire onesto degli imprenditori italiani nel settore agricolo e alimentare con usura, racket, macellazioni clandestine e danni alle coltivazioni.

Agromafie, le risposte del Governo

Su questa grave piaga che ha assunto rilevanza internazionale sono stati puntati i riflettori ieri a Frosinone in una giornata di studi promossa dal vescovo della città ciociara Ambrogio Spreafico, dalla Commissione diocesana per la salvaguardia del Creato e dall’Associazione Greenaccord, in collaborazione con Coldiretti.

L’incontro, in cui è anche intervenuto il viceministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero, ha rappresentato un momento significativo per sensibilizzare al massimo la comunità sulla problematica uscendo allo scoperto, sviscerando gli aspetti dei fenomeni criminali ad essa connessi e proponendo gli anticorpi per combatterla. Elemento centrale quest’ultimo, in quanto come sottolineato dal Presidente di Greenaccord Alfonso Cauteruccio “se non ci sono mezzi adeguati di contrasto, la criminalità organizzata prolifera in questi reati ed è importante che ciascuno faccia la propria parte”. E su questo punto sono stati chiamati a fornire delle risposte concrete sia il Governo nazionale, con il suo rappresentate Olivero, sia l’Assessore Regionale all’Ambiente Mauro Buschini.

Da parte dell’esecutivo Gentiloni sono stati sottolineati i controlli effettuati sul territorio “che hanno portato - come evidenziato da Olivero - alla rimozione di oltre 13 mila tonnellate di prodotti contraffatti” e l’intento di promuovere una vera cultura agroalimentare mediante l’indicazione obbligatoria degli stabilimenti di produzione e tramite la recente tracciabilità del latte e dei suoi derivati.

A ciò Olivero ha aggiunto la necessità di futuri correttivi legislativi da abbinare alle legge sul caporalato dell’ottobre 2016 per sequestrare il diritto di proprietà della terra a chi svolge attività mafiose, razionalizzare i reati agroalimentari nonché incentivare le iniziative dei giovani, considerando che a differenza di altri settori, quello agricolo ha un trend occupazionale in forte crescita.

Un fenomeno analizzato da più occhi

A livello della Regione Lazio, l’Assessore Buschini si è soffermato sull’importanza di migliorare la gestione della raccolta differenziata, tema su cui l’ente investirà più di 80 milioni di euro e ha annunciato una proposta di delibera per costituire ad Anagni il primo presidio sanitario italiano. Nel corso del convegno, hanno anche offerto il loro contributo il vicepresidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità agricola Andrea Baldanza, i Presidenti di Coldiretti, Arsial e “In Migrazione”, rispettivamente Roberto Moncalvo, Antonio Rosati e Marco Omizzolo, il Direttore Scientifico di Greenaccord Andrea Masullo e gli esponenti della Guardia di Finanza, il Generale Maurizio Raponi e il Colonnello Ciro Natale, i quali si sono soffermati sulla dimensione economica del fenomeno criminale. Da Baldanza, in particolare, è partita la proposta di una tracciabilità totale dell’impresa e del prodotto in modo da seguire l’intera filiera produttiva.