Secondo i dati pubblicati nel rapporto Europea Waters n°7/2018 dalla EEA (European Environmental Agency, ovvero l'Agenzia Europea dell'Ambiente),la qualità ecologica delle acque superficiali italiane è superiore rispetto alla media dei paesi dell'Unione Europea, ma lo status chimico delle acque di falda risulta inferiore.

L'Italia deve proteggere le acque di falda

Quest'anno è stato pubblicato dalla EEA il rapporto Acque europee in riferimento alla Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE).

Secondo i dati mostrati nel documento, il 39% dei laghi, fiumi, acque costiere ed estuari europei raggiunge uno stato ecologico buono o elevato. L'Italia si trova per la categoria "acque superficiali" al di sopra della media europea e per il 41% dei bacini monitorati è stato registrato uno stato ecologico buono o elevato. Nonostante la media sia al di là della soglia, sono presenti comunque corpi idrici che necessitano di intervento: per il 14% è stato registrato uno stato ecologico povero o addirittura cattivo, mentre per il 26% delle acque superficiali uno stato ecologico moderato.

Ben diversa è la situazione per le acque di falda che rispetto alla media europea (74% si trovano in buono stato da un punto di vista chimico) risulta inferiore del 16%: solo il 58% (15686 km2) delle acque sotterranee monitorate in Italia raggiungono uno stato buono, circa 91814 km2 (approssimativamente il 34%) dei corpi idrici sotterranei presi in esame, sono invece considerati poveri e necessitano di interventi per migliorare la situazione da un punto di vista chimico.

L'importanza delle falde e la DQA

Le falde acquifere rappresentano una fonte importante di acqua potabile per molti cittadini dell'UE. Inoltre, svolgono un ruolo essenziale nell'apporto d'acqua ai sistemi superficiali, fungendo da ricarica per laghi, fiumi e zone umide. Questo flusso proveniente dalle falde è cruciale per il mantenimento della biodiversità e l'integrità degli ecosistemi ed è pertanto di vitale importanza per gli esseri umani proteggere le acque sotterranee e mantenerle prive di inquinamento.

Le minacce alla qualità delle acque sotterranee derivano principalmente dall'inquinamento diffuso causato dai nitrati applicati ai suoli come fertilizzanti o letame e dai pesticidi utilizzati in agricoltura.

Siti industriali contaminati, discariche e vecchie miniere possono portare alla contaminazione da inquinanti organici e metalli come arsenico, piombo e rame. Le sostanze inquinanti possono anche essere di origine naturale quando il substrato roccioso contiene alte concentrazioni di metalli e sali come solfati e fluoruri. Nelle zone costiere, l'acqua salata può entrare nella falda acquifera sotterranea da cui viene estratta l'acqua dolce per l'approvvigionamento di acqua potabile. Una volta che le sostanze inquinanti si trovano nelle falde, il loro recupero può richiedere anni o, addirittura, molti decenni.

Secondo la direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque – DQA) gli Stati membri dell'UE avrebbero dovuto raggiungere lo stato buono per tutti i corpi idrici superficiali e sotterranei entro il 2015.

Raggiungere un buono stato comporta il rispetto di determinati standard ecologici e chimico-fisici per le acque. 15 anni non sono bastati per raggiungere obiettivi così ambiziosi e l'Europa ha ancora molto lavoro da fare per soddisfare le richieste previste dalla Legge Quadro.