L'Unione Europea, come messo in risalto anche su queste colonne, ha deciso di mettere al bando, definitivamente, dal 2030 le auto motorizzate a diesel. E questo a causa dell'elevata concentrazione di polveri sottili che questi motori immettono nell'atmosfera, aumentando, di conseguenza, il livello di inquinamento dell'aria. Ora, però, sembra che queste certezze potrebbero essere messe fortemente in discussione da nuovi dati scientifici attualmente disponibili. Vediamo cosa dicono i nuovi dati e quali prospettive aprono per il mercato dell'auto del prossimo futuro.
I dati scientifici
Ad essere al centro dell'attenzione non sarebbe la concentrazione nell'aria delle polveri sottili, bensì di un altro elemento chimico che riveste un ruolo importante nella crescita del livello di inquinamento, cioè l'anidride carbonica, la, cosiddetta, CO2. O, meglio, il suo livello di concentrazione nell'aria. Come messo in evidenza anche da "Repubblica.it" a fornire dati allarmanti circa l'aumentata concentrazione di questo elemento sono state contemporaneamente l'Associazione dei Costruttori Europei di Auto e la EEA, l'Agenzia Europea per l'Ambiente. Nel corso del 2017 le emissioni di CO2 da veicoli di nuova immatricolazione sono cresciute dello 0,4%. Sembra una percentuale irrisoria, ma ha permesso di invertire la tendenza.
Infatti, le emissioni di CO2 del 2017 sono state superiori a quelle del 2016 in ben 17 Paesi dell'Unione Europea. Tra questi Paesi si possono annoverare la Francia, la Spagna, il Regno Unito. Ma anche la Polonia e i Paesi Bassi che, con il 2,3% circa, hanno registrato l'incremento maggiore.
Le cause della crescita
Come accennato, il dato risulta preoccupante in quanto, da un lato rappresenta un’inversione di tendenza proprio quando l'Unione Europea sta cercando di porre un freno alla crescita dell'inquinamento.
E poi, perché i principali indiziati di questo incremento sarebbero i veicoli a benzina che, invece, venivano, fino ad oggi, considerati molto meno inquinanti del diesel. Tanto più che il mercato delle vendite di auto diesel ha subito una notevole flessione a favore, proprio, delle motorizzazioni a benzina. Infatti, lo scorso anno la quota di auto diesel immesse sul mercato è passata da quasi il 50% a poco meno del 45%.
Specularmente, è cresciuto il segmento delle auto a benzina.
Le conseguenze e le possibili soluzioni
Come mette in evidenza Erik Jonnaert, Segretario Generale dell'Acea, questi dati rendono ancora più difficile raggiungere gli obiettivi che l'Unione Europea si è posta sia per il 2030, ma, ancora di più, per il 2020. E le possibili alternative, segnatamente lo sviluppo del mercato dell'auto elettrica, non hanno raggiunto livelli di penetrazione tali da poter prevedere una soluzione definitiva del problema in tempi brevi. per poter aumentare la percentuale di penetrazione del mercato da parte delle auto elettriche, ferma all'1,5%, è necessario rimuovere tre categorie di ostacoli. In primo luogo, la mancanza di infrastrutture per il rifornimento, in secondo luogo è necessario accrescere il livello di autonomia dei veicoli elettrici e, in ultimo, i veicoli elettrici devono diventare più economici. E tutto questo, secondo Jonnaert, deve essere fatto con urgenza. In particolare, sull'ultimo punto l'Acea auspica un forte intervento dei Governi per aumentare gli incentivi al cambio.