Gli incendi boschivi che stanno divorando senza tregua l'Australia dallo scorso settembre avrebbero provocato la morte di quasi 500 milioni di animali. Questa la stima fatta dagli studiosi dell'Università di Sydney sulle conseguenze dei roghi che continuano a distruggere la 'terra dei canguri'. Un numero talmente impressionante che si fatica anche a immaginarlo.

Sarebbero più di 8mila i koala morti lungo la costa orientale tra il Nuovo Galles del Sud e il Queensland. Parliamo di quasi il 30 percento dell'intera popolazione che vive nelle foreste dell'Australia centro-settentrionale.

In quest'area si trovano circa 28mila esemplari ed è ritenuta il principale habitat di questi caratteristici marsupiali.

Grande la preoccupazione di zoologi e botanici soprattutto per la minaccia di estinzione di specie rare ed endemiche, quelle la cui intera popolazione vive solo nel territorio australiano.

Disastro ambientale

I koala, emblema di questa catastrofe ambientale, sono forse la specie più vulnerabile al rischio incendi perché, spiegano gli scienziati, sono troppo lenti e non riescono a fuggire dalle fiamme che divorano gli eucalipti, gli stessi alberi su cui vivono.

Moltissime le specie in pericolo, anche animali che potrebbero scappare dal fuoco, come per esempio gli uccelli, che muoiono per effetto del calore sprigionato dalle fiamme.

Tra questi in particolare i cacatua, una specie di pappagalli bianchi riconoscibili dalla tipica cresta gialla.

Lo stesso avviene anche per altri animali, soprattutto i marsupiali, come canguri e wombati che devono cercare scampo tra le fiamme che si propagano su un territorio sempre più ampio. Tra le principali vittime ci sono i cuccioli e le creature che non sono abbastanza veloci per sfuggire al fuoco.

Le fiamme continuano a propagarsi velocemente tra le chiome degli alberi anche a causa del forte vento.

In due mesi, novembre e dicembre, è andato distrutto il 50 percento delle foreste delle Blue Mountains, un'area boschiva patrimonio dell'UNESCO. Tra gli esemplari che vivono in questi luoghi quasi incontaminati molti sono ora fortemente a rischio estinzione, come il Kowmung hakea, un arbusto, il “water skink”, una lucertola e il Wollemi, un pino considerato un vero e proprio fossile vivente.

Le Nazioni Unite stimano che in Australia ci siano più di 1.800 specie di animali e vegetali a rischio estinzione, oltre a boschi, foreste e zone umide. Il rischio è dovuto ad un insieme di diversi fattori: cambiamenti climatici, pratiche di uso del suolo e presenza di specie invasive. A questi si aggiunge adesso il problema della perdita di habitat a causa degli incendi e della conseguente mancanza di risorse necessarie a sostenere specie presenti solo in Australia, come per esempio l'ornitorinco.

Gli effetti della perdita di risorse si stanno già manifestando sulla popolazione di volpi volanti, un pipistrello la cui dieta è composta principalmente di frutti. Anche se gli esemplari adulti sono riusciti a sfuggire al fuoco e a portare in salvo i cuccioli, ora molti stanno abbandonando i piccoli perché non trovano cibo a sufficienza.

Jenny Packwood, segretaria di Wildlife Rescue South Coast, organizzazione di volontari dedicata al salvataggio della fauna nativa australiana, racconta che solo la scorsa settimana sono stati salvati 300 cuccioli di volpi volanti che erano stati abbandonati dalle proprie madri.

Caldo record

Fino ad oggi i roghi hanno distrutto oltre 4 milioni di ettari di foreste situate in cinque diversi Stati australiani, un'area vasta come il Belgio. Gli incendi hanno provocato l’emissione di circa 250 milioni di tonnellate di CO2.

A favorire i roghi sono le temperature infernali che stanno caratterizzando l'estate australiana, con medie giornaliere sopra i 40° centigradi e picchi che sfiorano i 50° centigradi.

Sullo sfondo l'impatto dei cambiamenti climatici, che sta rendendo questi eventi naturali sempre più frequenti, intensi e disequilibrati.

Gli incendi avranno gravi ripercussioni anche nei prossimi mesi, avendo colpito una serie di ecosistemi molto delicati e già ampiamente in crisi. Solo quando l'emergenza sarà finita si potranno valutare i danni causati dai catastrofici roghi.

L'estate australiana è appena iniziata, lo scorso 22 dicembre, e la fine dell'emergenza appare ancora molto lontana.