Questo potrebbe essere un momento importante per la Scienza, che in questo momento "festeggia" la recente scoperta effettuata dai più svariati ricercatori e scienziati. Si chiama Henneguya salminicola e, a differenza di qualsiasi altro animale, non necessita della respirazione per sopravvivere. Questo è dato dalla mancanza di un genoma mitocondriale, piccola parte di DNA ma fondamentale perché contenente i geni responsabili della respirazione, dei quali nessun essere vivente è sprovvisto, almeno fino ad oggi. L'animale è nello specifico un parassita dei vermi subacquei e dei pesci, più in particolare dei salmoni, ai quali si attacca nella zona muscolare per infettarla.

La scoperta dei ricercatori israeliani

Un gruppo di scienziati della Tel Aviv University, uno dei più grandi atenei pubblici di Israele, ha deciso di riportare la scoperta nelle pagine della prestigiosa rivista scientifica "Proceedings of the National Academy of Sciences". Qui il parassita, denominato per l'appunto Henneguya salminicola, è stato descritto come un animale a tutti gli effetti (essendo difatti un essere vivente pluricellulare). Rientra tra gli cnidari e fa parte della famiglia degli anemoni e dei coralli, ciò nonostante, nel corso della sua evoluzione ha perso la parte di DNA responsabile della respirazione. Tuttavia esiste un fatto ancora più curioso che risiede nella natura evolutiva dell'animale stesso, il quale, a differenza di come spesso accade ha subito una sorta di involuzione o regressione.

Questo è dovuto alla perdita della suddetta parte di DNA, che ha comportato una semplificazione dell'organismo in questione. Difatti si è trasformato da organismo pluricellulare ad un organismo quasi unicellulare.

Le dichiarazioni degli scienziati

Nonostante non dispongano ancora di risposte ben definite, gli scienziati hanno deciso comunque di esporsi circa questo particolare fenomeno.

La biologa della summenzionata Università ha dichiarato che si tratta di un organismo insolito, questo a causa della netta differenziazione che risiede nei tessuti e nei muscoli con i suoi "parenti" coralli e meduse. Tutto ciò viene definito dai ricercatori come un "downgrade" a livello genetico. Le motivazioni dietro questo downgrade risiederebbero appunto nella necessità di riprodursi più velocemente senza "perdere tempo" a respirare.

Quello che ci si chiede allora è: come fanno a produrre energia per il loro sostentamento? Anche a questo la biologa risponde in maniera incerta, sostenendo che l'animale potrebbe disporre di energia già elaborata in precedenza dall'organismo su cui risiede. Niente di nuovo quindi in fatto di mutazioni, parte del naturale processo evolutivo e che, come abbiamo visto rischia di essere realtà anche per il Coronavirus.