"A pensar male si fa peccato ma spesso ci s'azzecca", fonte Giulio Andreotti. “In Brianza mi hanno insegnato a stare vicino a chi porta soldi, ossia gli sponsor, e non a chi li porta via…” e "Ancelotti è il numero uno dei tecnici", firmato Adriano Galliani.

Non temendo le pene dell'inferno per così poco, stiamo coi peccatori e pensiamo male a proposito delle parole pronunciate recentemente dall'ad rossonero nella serata speciale per Fondazione Milan. Per la cronaca, Barbara Berlusconi era seduta ad altro tavolo. L'avviso sembra a lei destinato: evviva i sogni e le ambizioni di gioventù, splendidi i propositi di fare sempre e comunque le cose per bene, magnifico vincere i trofei con una squadra che offra bel gioco; ma senza soldi non si va da nessuna parte ed in tanti anni lui - così sembra dire - se l'è sempre cavata anche quando il padre-presidente ha chiuso i cordoni della borsa.



Quanto ad Allegri, Galliani - glorificando Ancelotti - pare ricordargli che la sua probabile rimozione dal ruolo di amministratore delegato dell'Ac Milan potrebbe anche essere dipesa dall'averlo difeso a spada tratta e dall'aver mantenuto la promessa di regarargli il pupillo Matri a suon di milioni dopo la vittoria dello spareggio Champions col Psv.

Visto che ci siamo, perché non immaginare che un messaggio tra le righe - del tipo "sei tu che ti sei voluto liberare di Carletto" - non sia stato inviato anche a Silvio Berlusconi? Galliani sa che l'anagrafe lo penalizza e il suo tempo sta per scadere. Se da un lato l'orgoglio gli fa togliere i sassolini dalle scarpe e gli impedisce di ammettere determinati errori, dall'altro l'amore per il Milan lo invita a dare un ultimo contributo di idee circa il prossimo futuro rossonero.

In fondo la professionalmente antagonista Barbara è pur sempre figlia del suo unico e imperituro presidente... Le sue dichiarazioni pubbliche sono i consigli che la giovane manager non intende ascoltare in privato?

Intanto, mentre i media come spesso accade si interessano alle dichiarazioni di Balotelli, ai rinnovi di contratto (Abate) e alle fasce di capitano, ecco che il calcio giocato si ripresenta alle porte e trova un Milan in crisi di risultati e di gioco.

Allegri ora più che mai se la deve cavare da solo, mentre i tifosi confidano in Kakà.

I proclami del tipo "Contro il Genoa dobbiamo vincere a tutti i costi" contano meno di zero. Tutti a certi livelli "devono" vincere, a prescindere. Solo alcuni però cercano il successo a tutti i costi e se ne hanno le capacità alla fine riescono nelle imprese.