Nuovo Allenatore - Dopo la sconfitta subita dall'Italia contro l'Uruguay e la conseguente eliminazione dal mondiale brasiliano, il CT Cesare Prandelli ha rassegnato le proprie dimissioni (e altrettanto ha fatto il presidente della FIGC Giancarlo Abete). Digerito lo shock della seconda eliminazione consecutiva ai mondiali nella fase a gironi, scatta il toto-allenatore per cercare di individuare il prossimo CT della Nazionale italiana, che guiderà gli Azzurri nelle qualificazioni a Euro 2016 in Francia e, chissà, anche in quelle valevoli per i Mondiali in Russia del 2018.

Per caratteristiche, curriculum, appetibilità e realismo, questi sono i possibili sostituti di Cesare Prandelli sulla panchina dell'Italia:

  • Massimiliano Allegri - 47enne livornese, ex centrocampista di Napoli e Cagliari (tra le altre), ha iniziato la sua carriera da allenatore all'Aglianese, ma la svolta è la promozione in Serie B con il Sassuolo: la chiamata del Cagliari e una panchina di Serie A sono una grande opportunità a poco più di quarant'anni e Allegri la sfrutta bene, tanto da essere in seguito assunto dal Milan e vincere uno scudetto con i rossoneri prima dell'esonero a inizio 2014. Tra i pro valutati dalla FIGC, spicca il coraggio di Allegri nel lanciare giovani di talento in prima squadra e i frutti si sono visti sia a Cagliari (Marchetti, Ekdal e Astori, per citarne alcuni), sia al Milan (Merkel, Strasser, El Shaarawy, De Sciglio). In Nazionale potrebbe ritrovare El Shaarawy e Balotelli, congeniali al suo 4-3-3, che potrebbe esaltare anche le caratteristiche di Insigne e Cerci (e, in ottica futura, di Berardi), così come quelle di una punta di movimento come Ciro Immobile. Nel centrocampo a tre, largo a Verratti affiancato da Marchisio e De Rossi.
  • Luciano Spalletti - L'allenatore toscano è attualmente svincolato, dopo l'esperienza quinquennale con lo Zenit San Pietroburgo (2009-2014), al cui si è legato dopo le più che soddisfacenti esperienze con Udinese e Roma. Quello di Spalletti è forse il nome che riscontra più popolarità tra i tifosi, visto il bel gioco sempre messo in campo dalle sue squadre. Il modulo preferito da Mr Spalletti (e non lo scopriamo di certo oggi) è il 4-2-3-1, che alla Roma vedeva De Rossi tra i mediani di centrocampo, ma potrebbe sorgere il problema legato al ruolo di Verratti, poco adatto a un centrocampo a due. I tre fantasisti dietro la prima punta potrebbero essere interpetrati da giocatori offensivi come i già citati Insigne e Cerci, ma Spalletti ha dimostrato di non disdegnare il 4-3-3, seppur utilizzato in maniera marginale rispetto al modulo di riferimento.
  • Roberto Mancini - Il terzo nome è quello dell'ex allenatore di Fiorentina, Lazio, Inter (3 scudetti conquistati), Manchester City (con il quale ha vinto la Premier League dopo 44 anni di attesa dei Citizens) e Galatasaray, dal quale si è dimesso poche settimane fa. Il curriculum, quindi, è di alto livello e l'esperienza internazionale non manca; restano da valutare le preferenze tattiche di Mancini, che è un allenatore duttile, non legato a un modulo in particolare: questo lo rende più incline a innovare e ad adattare lo stile di gioco della squadra alle individualità più determinanti, fattore importante per il successo di una Nazionale.

Tanto intrigante quanto complicato, invece, l'ingaggio di Carlo Ancelotti, legato al Real Madrid da un oneroso contratto e contento della sua permanenza al Bernabeu: di Don Carlos, però, se ne potrebbe riparlare dopo gli Europei del 2016 e sarebbe il giusto coronamento della carriera di uno dei migliori allenatori italiani di sempre.