Al mondiale in Brasile la nazionale perde l'incontro decisivo con l'Uruguay. L'Italia gioca in maniera mediocre a cui si accompagna anche un arbitraggio discutibile in almeno un paio di decisioni: il cartellino rosso a Marchisio per un fallo che poteva essere sanzionato col giallo e la mancata espulsione dell'uruguayano Suarez per aver dato un morso sulla spalla di Chiellini.
L'accusa
La squadra azzurra non ha attenuanti. Dopo la vittoria con l'Inghilterra c'eravamo illusi di avere visto una buona compagine che, anche se aveva messo in luce delle falle, si pensava che potesse solo migliorare.
La partita con la Costarica ha messo ben in evidenza quei problemi che hanno poi portato alla sconfitta con i Ticos ed è già qui che l'Italia ha perso il suo Mondiale. Grande gesto quello di Prandelli che, dichiarando il fallimento del suo progetto tecnico, ha rassegnato subito le dimissioni, alle quali hanno fatto seguito quelle del presidente Abete che ha ritenuto opportuno assumersi le sue responsabilità nel suo ruolo di presidente della FGCI. Non poco in un Paese come il nostro, dove di fronte al fallimento personale degli obiettivi annunciati e non raggiunti, nessuno politico e burocrate di Stato dichiara le proprie dimissioni.
Errori tecnici di Prandelli
Il ct non è stato felice nelle convocazioni.
Per una difesa efficace mancava un esterno sinistro e ha puntato sull'adattamento di De Sciglio, sul riutilizzo di Chiellini e sullo spostamento a sx di Darmian. In attacco non si è compreso l'esclusione di Giuseppe Rossi per portare invece un Cassano che atleticamente non mi è parso più in condizione. E non si comprende perché lasciare a casa attaccanti centrali come Gilardino e Destro.
E questo sicuramente l'ha penalizzato nelle scelte decisionali dei cambi a partita in corso. Dal punto di vista tattico Prandelli era incerto. La rinuncia per infortunio di Montolivo l'ha costretto ad abbandonare il 4-3-1-2. Ha optato prima per il 4-1-4-1 per poi passare al 3-5-2 che poi si è trasformato nel finale con l'Uruguay in un 5-3-1 complice l'arbitro messicano.
Infine, qualcosa non ha funzionato sulla preparazione atletica visto che gli azzurri erano in ritardo su tutti i palloni e, in quanto agli scatti, quando qualcuno s'è visto, erano lenti. E poi i crampi.
Lo spogliatoio
Dalle parole di Buffon e De Rossi se ne ricava che lo spogliatoio era diviso: distinguono tra veterani e giovani, tra chi in campo ci sarebbe e chi svolgerebbe il ruolo di figurina, quasi a voler scaricare parte delle proprie responsabilità sugli altri componenti dei 22. Appaiono accuse fuori luogo, visto che, se gli attaccanti han fatto in tre partite 7-8 tiri in porta, è vero anche che il centrocampo non costruiva palloni giocabili per le punte e la difesa ha traballato con gli attaccanti inglesi prima ed è stata incerta dopo con la Costarica, che nel suo goal vede la responsabilità di un Chiellini distratto e un Buffon incerto tra i pali, per non parlare del goal dell'Uruguay: dove erano i saltatori Chiellini, Bonucci e Barzagli mentre Godin infilava la porta azzurra?
Era chiaro il riferimento a Balotelli. Ma tutto il resto della squadra non ha funzionato. Far ricadere le maggiori responsabilità su Balotelli è molto ingiusto. E in queste ore si è scatenato anche il web contro di lui che, nato sul nostro suolo nazionale e con cittadinanza italiana, l'hanno insultato definendolo "non italiano" e "negro di m...". Espressioni aberranti che denotano quanta immensa stupidità esiste nel genere umano di casa nostra.