Copa America, storia di una finale di calcio e non solo, quella che si disputerà sabato 4 luglio alle ore 22 (ora italiana) nello straordinario teatro dell'Estadio Nacional di Santiago. Il cammino delle due squadre - Cile e Argentina saranno le formazioni che si contenderanno il trono latino. I padroni di casa della Roja, mai vincitori del torneo, hanno dalla loro la pressione derivante dall'essere il Paese ospitante, e contemporaneamente occupano il ruolo di sfavorita al cospetto della Seleccion. Cile autore di un cammino lineare dal punto di vista del gioco, avendo superato in maniera ottimale la fase a gironi (2 vittorie e un pareggio); il primo vero ostacolo, infatti, arriva ai quarti di finale nei panni dell'Uruguay dove la Roja non brilla.
Tutt'altra partita quella della semifinale contro il Perù, vinta per 2-1 dai cileni, finiti nuovamente sotto la lente di critiche e schermaglie, per presunti favori arbitrali.
Anche l'Argentina figura come prima del proprio girone (2 vittorie e un pareggio), anche se incapace di esprimere coralità in una squadra colma di stelle. Ai quarti di finale, però, invece di chiudersi nel proprio guscio, l'Albiceleste disputa un assedio di 90 minuti contro una Colombia più che arrendevole. La squadra di Martino non riesce tuttavia a perforare il fortino dei 'Cafeteros' e deve attendere il decisivo gol di Tevez ai calci di rigore, per gridare di gioia. In semifinale, la Seleccion trova un Paraguay compatto e coraggioso nel primo tempo che deve però arrendersi alla velocità in attacco di Messi e compagni, arrendendosi per 6-1.
Figli del loco - Due nazionali eterogenee, due popoli distanti, ma anche delle affinità nascoste. Affinità che legano i due tecnici, Jorge Sampaoli e Gerardo Martino, fedeli continuatori del pensiero calcistico del "loco" Marcelo Bielsa, comune riferimento. Difesa quasi certamente a 3 per il Cile, che punterà ad imporre un ritmo alto agli avversari, provando a sfruttare la velocità sulle fasce e tentando di recuperare in fretta il pallone ai danni di un'Argentina spesso disattenta in fase di impostazione, ma superiore dal punto di vista fisico.
Il Mago e la Pulce - Storia di una finale che non può non passare dalle idee di Jorge Valdivia e Lionel Messi. Il blaugrana, dopo la sconfitta "mondiale", è stato autore di una stagione strepitosa culminata con lo storico triplete e, ormai da tempo, viene considerato come il giocatore più forte del pianeta. Passione che senz'altro suscita anche il giocatore cileno, meno noto ai grandi palcoscenici, ma non per questo meno splendente della Pulce: un illusionista nato, Valdivia, massimo interprete di quello che in Sudamerica chiamano 'volante de creacion', un trequartista completo.
La letteratura sul Mago è assai variegata: fuori dal campo viene descritto come un "uomo fuori dagli schemi", gli stessi che rifiuta nel rettangolo verde. Venne definito da Claudio Borghi (ex CT del Cile) "uno dei cinque migliori giocatori al mondo"; definizione poi ripresa da un certo Pelè in occasione del Mondiale in Brasile, nel 2014. Valdivia, un nome che descrive la storia di un genio prima che atleta, di una scommessa, per ora vinta, dal tecnico Sampaoli, che l'ha reintegrato in nazionale con ottimi risultati. Una "Copa del popolo" che incoronerà una solo vincitore, mentre il Sudamerica si ferma nel cielo di una notte d'estate tra stelle, contropiedi e storie, per un continente che, almeno il giorno della finale, parlerà spagnolo.