Nella notte tra l'11 e il 12 aprile, il tecnico serbo Sinisa Mihajlovic ha salutato i tifosi rossoneri, anticipando i comunicati ufficiali e la riunione - o summit come si usa dire ora - con la dirigenza dell'AC Milan.Inutile dire che la tifoseria non sembra particolarmente d'accordo con la proprietà Berlusconi e con la dirigenza Galliani.

Negli ultimi tempi, l'epurazione dell'allenatore e del suo staff è diventata di moda in Italia, basta vedere i casi recenti di Stefano Pioli alla Lazio e dei vari allenatori a Palermo, ma questo non giustifica la presa di posizione milanista, che risulta poco rispettosa verso l'uomo Mihajlovic e sgradita a gran parte della piazza rossonera.

Milan, quarto esonero in meno di 2 anni

Facendo un rapido calcolo, sono ora 4 gli allenatori a libro paga, tra esonerati per presunte inadeguatezze professionali e la nuova guida tecnica scelta per questo finale di stagione:Seedorf, Inzaghi, Miha e ora Brocchi.

La storia è un cliché già visto. Berlusconi che riempie di lodi l'allenatore del momento, per poi accorgersi che non tutto va secondo i suoi umori, fino a cambiare idea e a fare l'unica cosa che ritiene opportuna: esonerare il "ribelle" di turno.Silvio Berlusconi è stato, indubbiamente, la fortuna del Milan dei trionfi europei, artefice e costruttore di un sistema calcio nuovo, affidato al fido Adriano Galliani e alle geometrie di Arrigo Sacchi.

Il patron rossonero ha avuto spesso la lungimiranza nell'individuare in ex giocatori le caratteristiche dell'allenatore vincente. Lo ha fatto con Capello, ripetendosi con Ancelotti.

Purtroppo ultimamente ha perso il tocco o, forse, sta esagerando con la sua invadenza. Proclami e fragilità societaria spesso destabilizzano l'ambiente, lo spogliatoio e i rapporti con la tifoseria.

Seedorf, per amore del Milan, concluse in anticipo la sua carriera da calciatore al Botafogo, in Brasile, per lanciarsi in un'avventura in un'avventura difficile: ricostruire una squadra in crisi d'identità dopo il ciclone Allegri. Non piegò la testa e venne sostituito dal mite ed ossequioso Filippo Inzaghi. Tuttavia si trattò di un altro flop, con ennesimo cambio.

La scelta del successore è spettata a Galliani, il quale si assunse l'onere di ingaggiare un allenatore di carattere, ex giocatore di Inter, Lazio e Roma, distante anni luce dalle idee del Presidente.

La storia di oggi parla dell'ennesimo fallimento. Un amore mai nato con il "padre padrone", e ora l'esonero e la palla che passa a Cristian Brocchi, altro pupillo di Berlusconi. Sarà un altro nastro nascente del panorama internazionale? Di sicuro non avrà un compito facile.