Oggi Cristiano Ronaldo, stella del Real Madrid e della Nazionale portoghese, è uno dei calciatori più forti al mondo. All'inizio della sua carriera, però, era soltanto un ragazzino talentuoso ma insolente. Fondamentali per la sua crescita personale e professionale sono stati, senza dubbio, Ryan Giggs e Alex Ferguson.
Cristiano Ronaldo: giovane irriverente
Il commentatore televisivo Jan Aage Fjortoft ha svelato un interessante aneddoto relativo a Cristiano Ronaldo, oggi giocatore fondamentale per il Real Madrid e il Portogallo. Quando il giovane Cristiano arrivò al Manchester United era poco più che un adolescente, ed era alquanto impertinentesia in campo che fuori.
Un atteggiamento che non collimava affatto con le "regole british". Ronaldo non riusciva proprio ad adeguarsi a talerigidità. Ciò creò non pochi problemi sia al tecnico dei "Red Devils", Alex Ferguson, che al simbolo del club, Ryan Giggs. Sia Ferguson che Giggs fecero il possibile per far maturare Cristiano Ronaldo. Alla fine ci sono riusciti, e i risultati si vedono.
Sembra che Giggs e CR7 litigassero spesso anche per motivi banali. Due indoli diverse, due modi di gioco differenti. Giggs era molto più grande di Ronaldo e cercava di farlo crescere, anche perché il portoghese aveva talento da vendere. Come si sa, però, la potenza è nulla senza controllo. Il giovane lusitano era molto impertinente ai tempi del Manchester United e questo dava alquantofastidio al "vecchio leone" Giggs, vera bandiera del prestigioso team inglese.
Aneddoto della Coca Cola
Jan Aage Fjortoft ha detto che, un giorno, CR7 arrivò a un allenamento con una Coca Cola in mano. Giggs, quando lo vide, si arrabbiò moltissimo: lo prese, lo spinse verso il muro e gli disse di non farlo mai più. Cristiano Ronaldo, da quel momento in poi, non si fece vedere più con una Coca Cola agli allenamenti.
Col passare del tempo, CR7 riuscì a comprendere Giggs, Ferguson e i suoi compagni di squadra. Certo, il suo temperamento è rimasto vivace, ma è maturato molto. Questo aneddoto è importante per ricordare quanto sia importante, anche per i giocatori più forti, avere mentori illuminati accanto, soprattutto da giovanissimi.