5 settembre 2016. Stadio "Sammi Ofer" di Haifa. Si disputa la partita Israele-Italia, valida per le qualificazioni ai mondiali del 2018. Dagli spalti azzurri, durante gli inni delle due nazionali, si levano vistosi  saluti romani.

Fifa non perdona

La decisione è arrivata quasi subito. A distanza di un mese esatto la Fifa ha sanzionato la Figc per una cifra di 27.000 euro. La motivazione è chiara e non lascia scampo a giustificazioni: multa all'Italia per "comportamento improprio, antisportivo e discriminatorio".

Impossibile ricorrere in appello. I fotogrammi incriminati vengono immediatamente diffusi dal portale dell'ebraismo italiano "Moked" e rilanciati dalle agenzie mondiali, compreso il sito ebraico "Ynet". 

Un gesto da dimenticare, non solo per la Figc

Il portato di antisemitismo, storicamente intrinseco al saluto romano, non può non riversarsi in tutta la sua gravità durante una manifestazione sportiva. Un gesto da dimenticare, non solo per la Figc ma per l'intera storia sportiva italiana. Tra fischi, sputi e saluti fascisti, per il calcio italiano è stato un susseguirsi di pessime figure. Dura la condanna internazionale che è sfociata nella sanzione della Fifa.

Tifosi allontanati dallo stadio

Un primo segnale della subitanea presa di posizione contro il gesto antisemita è arrivato con l'allontanamento dei tifosi individuati dentro lo stadio. Il sito "Ynet" ha subito diffuso la notizia che la federazione israeliana si sarebbe messa in contatto con quella italiana per arrivare all'individuazione certa di tutti i tifosi coinvolti. Non solo saluti romani ma anche sputi contro il pubblico ebreo proprio durante l'inno israeliano. A vergogna si aggiunge vergogna. 

Il saluto romano è palesemente discriminatorio e riporta a fatti che non solo non dovrebbero entrare nello sport ma non dovrebbero far parte della storia. Questa pare essere la traduzione della decisione di multare la Figc per comportamento pericoloso e offensivo della dignità umana.

L'intera comunità ebraica, di cui una grossa rappresentanza ha sede proprio in Italia, ha fermamente condannato il gesto. Come dimostrato dalla scelta della Federazione internazionale lo sport, al pari della politica, dovrebbero ripulirsi di rigurgiti antisemiti anacronistici che ancora si ripercuotono sulla collettività in un cortocircuito che rischia di far saltare persino i delicati equilibri internazionali.