La Spagna domina, l'Inghilterra segue a ruota. Un gradino più giù c'è la Germania, ma l'Europa finisce lì. La Francia si consola con Paul Pogba, inserito nella FIFPro World XI, ovvero la Top11 mondiale, e si toglie la soddisfazione di beffare i cuginiitaliani. Già, l'Italia, il Paese dove il calcio è religione ma in cui l'importazione selvaggia di materia prima è il leitmotiv che ne compromette l'utilizzo e la valorizzazione dei giovani. Nella prestigiosa e luccicante cerimonia di Zurigo, non c'è alcun spazio per l'Italia.

E pensare che Alessandro Florenzi ci aveva provato a stupire il mondo e aggiudicarsi il Puskas Award, con il gol da metà campo con cui ha trafitto il Barcellona degli alieni in Champions League.

Ma niente, per il tuttocampista della Roma non c'è stata gloria: al suo posto a trionfare è un brasiliano semisconosciuto, quel Wendell Lira che in barba ai palcoscenici dorati del calcio internazionale, ha scelto di segnare la rete della vita in un derby della Serie D verdeoro. E la soddisfazione di Lira è quintuplicata, se si pensa che con la bella rovesciata rifilata all'Atletico Goianense, il 27enne attaccante si è fatto beffe del Pallone d'Oro Messi, peraltro eterno nemico in quanto argentino. Tutto perfetto, quasi un idillio insomma.

Notte fonda invece per il Bel Paese, sempre più assente dai vertici mondiali del pallone. L'unico squillo d'orgoglio (e di classe pura) viene dal francese Pogba, autentico fuoriclasse della Juventus Campione d'Italia.

A proposito della Vecchia Signora, l'esclusione di Gianluigi Buffon, capitano bianconero e della Nazionale azzurra, dalla corsa verso il Pallone d'Oro, ha fatto storcere, e non poco, il naso alla FIGC. Per questo sia Antonio Conte che il portierone hanno boicottato il voto, scegliendo di fatto di astenersi in segno di protesta indirizzata al cuore della FIFA. L'Italia del calcio alza la voce, ferita nel profondo: la risposta della massima federazione internazionale è destinata a far molto rumore. Almeno quanto ne ha prodotto il rifiuto tricolore.