Altro che divorzio, il matrimonio tra il #Milan e #Donnarumma è destinato a continuare per altri cinque anni. Nelle ultime ore lo sprint decisivo: il diciottenne portiere di Castellammare di Stabia firmerà l’agognato rinnovo a cifre stellari: per convincerlo, infatti, il Diavolo gli riconoscerà un contratto da 6 milioni di euro a stagione. Non solo, sarà ingaggiato anche il fratello Antonio, con cui Gigio si era trasferito a Milano quand’era solo un adolescente.

La doppia clausola

Uno dei motivi che aveva portato alla rottura con Mino #Raiola era l’assenza di una clausola rescissoria legata ai risultati sportivi di un club che, secondo il super-agente di Ibra, Balotelli e Pogba, non avrebbe mai offerto adeguate e immediate garanzie di successo.

Nel nuovo contratto che sarà annunciato a breve saranno inserite due clausole: una da 100 milioni in caso di qualificazione alla prossima edizione della Champions League e una da 50 se la squadra allenata da Montella dovesse restare fuori dalla coppa dalle grandi orecchie. Dunque, nonostante lo sforzo della società di Mr. Li, è improbabile che Gigio diventi una bandiera rossonera, specie se a curarne gli interessi continuerà a essere Raiola, che sulle commissioni monstre (grazie alla cessione di Pogba dalla Juventus al Manchester United avrebbe incassato quasi 50 milioni di euro) ha edificato le sue ricchezze.

Ne escono tutti sconfitti

E vissero tutti felici e contenti? Soltanto il tempo potrà dirlo.

La telenovela di questo primo scorcio d’estate volge sì verso il lieto fine, ma l’epilogo resta amaro. E l’impressione è che ne escano tutti sconfitti. A partire dal Milan, che, pur di non perdere un potenziale top player (la strada che porta al mito Buffon è ancora lunga, lunghissima) a costo zero nel 2018 o per una cifra relativamente bassa nell’attuale sessione di mercato, è stato costretto a riconoscergli un ingaggio da favola, che va ben oltre il reale valore del giocatore.

Donnarumma sarà il terzo portiere più pagato al mondo: più di lui guadagnano soltanto Neuer (9 milioni) e De Gea (6,8).

Per intenderci, il diciottenne Gigio percepirà uno stipendio più alto di Courtois (4,1) e Buffon (4), non proprio gli ultimi arrivati. Merita un ingaggio così ricco? Per quanto mostrato sul campo e per una carriera ancora tutta da costruire, no.

Ha perso Donnarumma, che, da tifoso del Diavolo, non avrebbe dovuto lasciarsi condizionare da Raiola. L’Italia intera lo ha sempre sostenuto, ora in pochi ancora lo sorreggono. La cattiva gestione dei social (ha subito davvero un attacco hacker?) non ha certo contribuito a rilanciarne l’immagine. Se fin dal primo momento il suo desiderio era indossare ancora la maglia del Milan, avrebbe dovuto imporsi. Come fece a suo tempo Hamsik, che, per amore del Napoli, allontanò Raiola. Già, Raiola, il procuratore dei trasferimenti impossibili. L’agente originario di Nocera Inferiore ne è uscito con le ossa rotte, stavolta. Bersagliato da stampa e tifosi.

Dietro la rottura col Milan, si celavano le offerte da mille e una notte di Real Madrid, con cui pare fosse già stata raggiunta un’intesa di massima, e del Paris Saint Germain, disposto a riconoscere a Donnarumma un ingaggio da 13 milioni, più auto e ville per fratello e genitori.

Sì, stavolta Mino ha perso. Così come ha perso la vecchia dirigenza del Milan. Già, perché Berlusconi e Galliani hanno passato la patata bollente ai cinesi, disinteressandosi della questione.