Il 4 agosto nella cornice di Bari le 22 squadre di Serie B e l’enorme stuolo di tifosi e addetti ai lavori “al seguito” conosceranno il dipanarsi delle 42 giornate, o pagine di un libro o chilometri di una maratona, che comporranno l’avvincente edizione numero del torneo cadetto. Saranno trascorsi appena 45 giorni dalla fine dei playoff che, a sorpresa ma non troppo, hanno proiettato il Benevento per la prima volta al tavolo delle grandi, sancendo la fine di un ciclo a Carpi che a propria volta aveva gelato i sogni del Frosinone, affacciatasi alla post season come la favorita d’obbligo e non solo per il terzo posto ottenuto nella stagione regolare.
Fammi un pronostico...
Ma, si sa, la Serie B è il torneo più lungo del mondo, non solo in Italia, che giocoforza impone vacanze ridotte. Quest’anno poi la voglia di ripartire è ancora maggiore, per squadre e tifosi. Difficile come sempre fare pronostici, tra chi ha voglia di riscatto, che si chiamino retrocesse dalla A o deluse dalle ultime stagioni tra i cadetti, chi punterà sull’entusiasmo di un palcoscenico ritrovato, come Cremonese o Foggia, o chi tenterà il triplo salto mai compiuto da nessuno ed è il caso di Venezia e Parma. Quest’anno è filato tutto liscio sul piano delle iscrizioni e, incredibile ma vero, nessuna squadra dovrebbe partire con penalizzazioni, sebbene lo spettro sia sempre in agguato durante la stagione a causa di qualche situazione societaria da monitorare.
Un nome per Terni
Una particolarità però c’è e riguarda il nome con cui sarà indicata la Ternana nel computerone che svilupperà il calendario: Unicusano Ternana, Ternana Unicusano o Ternana e basta? Le note vicende legate al passaggio di proprietà del club rossoverde, salvato da Stefano Bandecchi e dal suo istituto Niccolò Cusano dopo il disimpegno dei Longarini, hanno infatti portato a una coda che va per le lunghe, quella legata all’autorizzazione da parte della Figc del cambio di nome del club, come Unicusano aveva già fatto lo scorso anno a Fondi.
La Federazione si dovrebbe pronunciare entro il 4 agosto, o magari entro il Consiglio Federale del 31 luglio, ma l’imbarazzo è palpabile: se infatti la tifoseria ternana è spaccata, tra i nostalgici fautori del rispetto della storia e chi si apre al cambiamento come speranza di una nuova era di sogno, le istituzioni sono consapevoli del rischio di aprire un precedente legato al rapporto tra una società e il suo sponsor-proprietà.
Se ne saprà di più, ma come sempre in Italia si è andati oltre, se è vero che in ritiro i giocatori rossoverdi devono correre e giocare con maglie non ufficiali e che il nuovo sponsor tecnico del club è ancora in attesa di indicazioni a 10 giorni dal via ufficiale della stagione in Coppa Italia.
Gila e Cacia, il gol che non tramonta
Non è però questa l’unica anomalia di un campionato che, con ancora un mese di mercato davanti, promette di affiancare storie di centravanti giovani ed esperti pronti a sfidarsi. Come non parlare infatti di Alberto Gilardino e Daniele Cacia, due che in comune hanno la crescita calcistica nel Piacenza e la militanza nella Fiorentina, e poco altro: il Gila ha giocato solo in A di cui è uno dei primi cannonieri della storia, il collega di fatto solo in B, dove insegue il primato assoluto di reti di Stefan Schwoch, distante 4 realizzazioni.
Sono invece 12 quelle che mancano, anzi sarebbero mancate, a Gilardino per toccare quota 200 gol in A, un traguardo storico per tutti, ancora di più per un attaccante che ha vinto tanto, ma che non è mai riuscito a imporsi in una grande piazza, ma che comunque tiene tanto ai propri numeri. Inevitabile che i due attaccanti, rispettivamente classe ’82 e ’83, puntino a una squadra che possa metterli in condizione di essere protagonisti. Così la Cremonese, illusa e poi abbandonata da Alberto, si è tuffata proprio su Cacia, desideroso di rivincita dopo essere stato scaricato ad Ascoli apparentemente senza un perché. Per Gilardino quella grigiorossa sarebbe la maglia 13 numero della carriera, una in meno rispetto a quelle di Gilardino, vicino al sì al Venezia di Filippo Inzaghi.
Ale e Pippo insieme hanno vinto un Mondiale, ma sono stati anche concorrenti nel Milan: il mix può funzionare in una squadra che, entro un paio di stagioni, dovrebbe riabbracciare la Serie A.
Ad Ascoli è caso Favilli
Ma nel bel mondo degli attaccanti della B c’è spazio per tutti, dal momento che al fianco degli esperti troviamo chi, come Andrea Favilli, “libero” proprio della presenza di Cacia, si candida come protagonista assoluto dell’Ascoli di Maresca e di tutto il campionato, a patto di tornare sulla terra dopo la richiesta d’ingaggio di 300.000 euro al Picchio. Che ci sia qualche club dietro? Chissà, la Serie A fa gola a tutti e Favilli non sfigurerebbe, ma un’altra annata in B non sarebbe certo sbagliata per la crescita.
Chi la B la anela è Riccardo Bocalon, ex promessa dell’Inter, pronto a dire sì alla Ternana dopo aver solo sfiorato la promozione con l’Alessandria. Sessanta gol in tre anni sono un bel passaporto per chi, 20 anni dopo Hubner, è pronto a dimostrare che il linguaggio del gol non muti a seconda delle categorie.