La Procura della Figc guidata Giuseppe Chiné sta lavorando sul caso scommesse, concentrandosi sulle conversazioni estratte dai tablet e dagli smartphone sequestrati di recente. Attualmente, i telefoni e i dispositivi mobili di Nicolò Fagioli, Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali, sarebbero al centro delle indagini. Le chat estratte da questi dispositivi saranno fondamentali per il proseguimento dell'inchiesta. L'obiettivo principale delle indagini sarebbe quello di capire con precisione due aspetti ritenuti cruciali, sia per il sistema giudiziario ordinario che per quello sportivo: chi sapeva e cosa sapeva.

Si valutano le chat sui dispositivi mobili dei giocatori coinvolti nel caso scommesse

Al momento, sono trapelate solo indiscrezioni e anticipazioni su ciò che è stato trovato sui vari telefoni, tra cui numerose conversazioni e molteplici nomi coinvolti. Le chat coprono una vasta gamma di argomenti, come è comune in dialoghi tra amici, giovani colleghi e coetanei, in cui vengono condivise esperienze, impegni e passioni.

Tra i molti temi emersi, vi è anche quello delle scommesse, e le indagini stanno cercando di delineare con la massima precisione possibile, e nel minor tempo possibile, gli aspetti chiave. Si cerca di capire se ci fossero altri giocatori coinvolti in questo presunto giro di scommesse illegali e se l'utilizzo delle piattaforme fosse un rituale condiviso.

Ci sarebbe il rischio di omessa denuncia per il caso Fagioli

Nicolò Fagioli ha patteggiato una squalifica di sette mesi, più altri cinque di riabilitazione, dando una testimonianza importante durante la sua deposizione in Procura. La testimonianza di Fagioli avrebbe coinvolto due dei suoi colleghi: Dragusin e Gatti rischiano di essere coinvolti nell'indagine per omessa denuncia, secondo quanto riferisce il Corriere dello sport.

Nel corso della sua deposizione, Fagioli ha dichiarato: "A Gatti chiesi 40 mila euro, ma dicendogli che mi servivano per comprare un orologio e che avevo i conti bloccati da mia madre. Dragusin invece mi prestò 40 mila euro nell’ottobre 2022".

Il comma 5 dell'articolo 24 del Codice di Giustizia sportiva stabilisce che essere a conoscenza di irregolarità e non informare immediatamente la Procura costituisce un reato.

Pertanto, l'indagine in corso sta cercando di determinare se altri giocatori erano a conoscenza di questo presunto giro d'affari e se avrebbero dovuto segnalarlo.

Dragusin e Gatti sosterebbero di non aver mai sospettato la destinazione dei soldi prestati a Fagioli. Tuttavia, le parole pronunciate da Fagioli hanno sollevato dei dubbi tra gli inquirenti, che stanno continuando a indagare su questa situazione.