Si allarga l'inchiesta ultrà. Stando a quanto si legge sull'informativa compilata dal gip Domenico Santoro, i capi ultras di Milan e Inter (in 18 sono già stati arrestati) erano riusciti a "trasformare San Siro in un territorio franco, fuori da ogni controllo di legalità".

Sempre Santoro scrive che l’Inter "alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni".

Nonostante al momento i due club figurino come parte lesa, il novero di tesserati che sarebbe stato contattato dai capi ultrà si va allargando. Sull'argomento è intervenuto nelle ultime ore anche il giornalista Graziano Campi: "Il tema della responsabilità oggettiva va affrontato".

All'epoca dell'inchiesta Alto Piemonte, molto simile nella natura, ma a carico dei capi ultrà della Juventus, il club aveva provveduto a denunciare: sta qui forse il nodo della vicenda a proposito di Milan e Inter che adesso rischiano una sorta di "amministrazione controllata".

San Siro sotto scacco, dai parcheggi ai biglietti il business era enorme

Si "puntava ad ogni attività economica" grazie ad un "patto di non belligeranza" che è poi diventato il fulcro degli interessi sinergici delle due curve: quello di estorcere più denaro possibile tra parcheggi e intimidazioni al catering attivo presso allo stadio, passando per il business dei biglietti e per il controllo degli ambulanti che vendono panini fuori dall'impianti. Un giro d'affari di diversi milioni di euro, per perpetrare il quale gli ultrà dell'Inter hanno spesso contattato i vertici dirigenziali.

Oltre alle intercettazioni in cui Inzaghi parla con Marco Ferdico, in altri nastri si parla di un incontro avvenuto anche con Barella, Calhanoglu, Zanetti e Skriniar, oggi al PSG.

Presto il pm ascolterà sia il tecnico nerazzurro che Zanetti stesso, che non sono indagati così come il club ma la cui testimonianza servirà a fare luce sulla vicenda.

Le due società di Milano rischiano ad oggi l'amministrazione giudiziaria se non forniranno chiarimenti adeguati, da qui la disponibilità di entrambe a collaborare.

Nel 2017-18 toccò alla Juventus che denunciò, Campi: 'L'elenco di giocatori minacciati o chiamati a rapporto dagli ultras è bello lungo'

A parlare della vicenda sul proprio profilo X è stato anche nelle ultime ore il giornalista e tifoso della Juventus Graziano Campi: "L'elenco di giocatori minacciati o chiamati a rapporto dagli ultras è bello lungo. Il tema della responsabilità oggettiva va affrontato", previsione che fu esclusa a proposito della Juventus.

Si perché nel 2017-18 era toccato ai bianconeri con l'inchiesta 'Alto Piemonte': il tutto si è concluso con le condanne di associazione mafiosa di Saverio Dominello e suo figlio Rocco, membri della cosca PesceBellocco, che erano riusciti ad intrufolarsi (e ad impadronirsi) nel giro del bagarinaggio dei biglietti della Juventus.

Alla fine in sede sportiva Andrea Agnelli, allora presidente del club bianconero, fu condannato a 12 mesi di inibizione poi ridotti a 3, ma l'ipotesi della responsabilità oggettiva per il club fu esclusa perché i dirigenti denunciarono i fatti. Cosa che nell'inchiesta di oggi non sembrano al momento aver fatto Milan e Inter.

"È normale avere un dialogo coi tifosi - ha scritto ancora al riguardo Campi su X - Poi però devi, come società, mettere un filtro.

Se un tuo tesserato viene minacciato, tu sei responsabile".

E ancora: "Se salta fuori che un dirigente ha organizzato incontri in cui ad un tesserato è stata fatta pressione dai tifosi in materia di rinnovo contrattuale o in chiave mercato, salta tutto".