"Possesso palla e costruzione dal basso sono come religione e condotta quando porti la pagella a casa, non contano niente": con questa metafora il giornalista sportivo Sandro Sabatini ha analizzato via YouTube nelle ultime ore Juventus vs Cagliari 1-1, puntando dunque il dito contro gli eccessi di un gioco, quello bianconero, troppo votato secondo lui al rispetto di determinati principi e poco concreto.

"Contano italiano e matematica, quindi tiri in porta e gol" ha proseguito portando a compimento la figura metaforica utilizzata in apertura di ragionamento.

Un risultato negativo (o comunque non pienamente positivo) che getta qualche ombra sulla rosa a disposizione di Thiago Motta.

Juventus vs Cagliari 1-1, Sabatini: 'Stessa partita di Lipsia, lì Vlahovic ha fatto due prodezze e col Cagliari sbaglia a porta vuota'

"Se Vlahovic avesse segnato il 2-0 a porta vuota avremmo parlato del bel gioco e invece no, è stata la stessa partita di Lipsia solo che lì Vlahovic ha fatto due prodezze ieri no" ha affermato Sabatini analizzando il match.

"Il serbo ha iniziato bene ma poi Mina l'ha piano piano innervosito fino all'errore" ha detto ancora il giornalista Mediaset evidenziando dunque le lacune 'emotive' dell'ex Fiorentina.

"Va bene il possesso palla, va bene la costruzione dal basso, ma se poi non dai concretezza non significano niente" ha rimarcato Sabatini secondo il quale ieri "la Juventus ha concesso troppi spazi al Cagliari, una cosa non dalle squadre di Thiago Motta".

La verità sta nel mezzo, la Juventus è propositiva ma attaccare di più non significa (sempre) vincere le partite

L'analisi su Juventus vs Cagliari offerta da Sandro Sabatini propone parecchi spunti di riflessione. Se è vero che fino all'anno scorso la compagine bianconera, allora guidata da Massimiliano Allegri, proponeva molto poco se stessa e il proprio gioco aspettando bassa l'avversaria pronta a colpire in rimessa, la squadra che sta costruendo Thiago Motta ha la filosofia opposta: i bianconeri sono la squadra col maggior possesso palla di tutta la Serie A (60% medio circa), hanno subito un solo gol perché tengono sostanzialmente lontano il pallone dalla propria area di rigore ma controllare il gioco non è sempre sinonimo di maggior efficacia offensiva.

Se hai 5 occasioni da gol e ne realizzi una sola è paradossalmente 'peggio' di averne solo 2 ma entrambe a trasformarsi in rete. La chiave? È la concretezza.

Da una parte Dusan Vlahaovic sembra dover imparare a realizzare anche i gol cosiddetti 'facili' - vedasi ieri quando ha calciato fuori a porta vuota dopo una respinta corta di Scuffet, la rete sbagliata a Empoli alla quarta di campionato da solo davanti a Vazquez, le due occasioni sprecate la giornata prima contro la Roma - dall'altra Yildiz, Gonzalez, Conceicao e Koopmeiners devono fare molto di più sotto porta.

Fin qui 4 gol in 4 e solo una rete in campionato, quella del portoghese.

Il peso dell'attacco non può ricadere tutto sull'ex Fiorentina, d'accordo attaccare e tenere il pallone ma poi bisogna accelerare, andare in verticale e possibilmente colpire. Con tutti gli uomini offensivi a disposizione e non solo col terminale offensivo.

Nulla è compromesso, la Juventus è a soli 3 punti dalla prima in classifica e a 2 dall'Inter, Cristiano Giuntoli lo sa e per gennaio avrebbe già messo nel mirino Arnaud Kalimuendo del Rennes proprio per dare nuove alternative offensive al proprio tecnico.