Padre Paolo Dall'Oglio e Domenico Quirico. Entrambi rapiti, ma con quali sorti? Il responsabile dell'intelligence italiano, Giampiero Massolo, fa il punto della situazione.
Il gruppo jihadista che ha rapito in Siria Padre Dall'Oglio non ha ancora avviato dei contatti diretti con i servizi segreti italiani, mentre il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza al Copasir si dice cautamente ottimista sulla sorte di Domenico Quirico, inviato de La Stampa.
Quirico, in particolare, sarebbe in mano non ad gruppo terrorista o politico ma ad un gruppo di criminalità ordinaria, con il quale da tempo sono stati definiti dei contatti: Giampiero Massolo, al Copasir, ha affermato che le trattative per liberarlo e riportarlo in Italia, nella sua Torino, sarebbero già state avviate, riservandosi un cauto ottimismo sulla buona uscita del drammatico sequestro.
Massolo ha poi ricostruito le tappe che hanno portato al sequestro dei due italiani. La vicenda Quirico, però, è meno complicata rispetto a quella che riguarda il prelato Dall'Oglio: la vicenda del gesuita, infatti, preoccupa non poco visto che gli 007 italiani hanno la certezza che il prete sia in mano ad una "filiale" locale di Al Qaeda, che si fa chiamare Emirato di Tal al Abiad. Il sequestro sarebbe motivato e legato con l'attività che il gesuita stava svolgendo nel Paese, la Siria appunto.
L'obiettivo dell'intelligence italiana, ad ora, è quello di cercare di instaurare un contatto diretto con il gruppo visto che l'ultimo contatto diretto con Dall'Oglio risale al 27 luglio scorso, quando il gesuita riuscì ad inviare una mail alla propria famiglia dalla città di Raqqa, situata nel nord della Siria.
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